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Villa Tugendhat a Brno, Repubblica Ceca, è da molti considerata un vero e proprio monumento dell'architettura moderna del mondo, non a caso è entrata a far parte del patrimonio dell'Unesco.
Risale agli anni 1929-1930, anche se ristrutturata nei primi anni '80. Di proprieta' della citta' di Brno è aperta al pubblico (si consiglia di prenotare la visita, solo guidata, a piccoli gruppi) e offre il meglio di sè nei periodi di fine estate, quando il cielo leggermente coperto mette in risalto i caldi colori dell'immenso spazio verde davanti alla facciata verso il pendio che da' sul panorama della citta'.
Già, perché la caratteristica principale di questa costruzione, su due livelli, è proprio questa sua apertura verso l'esterno, da una parte, quella privilegiata verso la collina, in contrasto con la facciata sulla strada, dove si trova l'ingresso, completamente chiusa, quasi anonima agli occhi di chi si accingesse a visitarla.
Ideale è il luogo dove è stata progettata, su un terreno scosceso nella parte alta della città e questo ha determinato una differenziazione nel concepire i volumi della costruzione.
Al livello strada questi volumi sono perfettamente scatolari a copertura piana, laddove sono state sistemate le camere da letto.
Al livello inferiore, dove è sistemata la zona giorno, i volumi chiusi sono solo quelli delle zone di servizio.
Chi conosce l'opera di Mies van der Rohe, l'architetto tedesco che l'ha progettata, non può che trovare subito delle analogie, nei caratteri distributivi degli spazi interni, con il Padiglione tedesco per l'Esposizione di Barcellona, peraltro risalente allo stesso periodo.
Un'altra citazione la troviamo se confrontiamo la composizione dei volumi in senso ortogonale del piano a livello terra con la libertà dispositiva dei piani nella zona giorno, e fa riferimento a tipiche forme risalenti al movimento artistico De Stijl.
Nella zona giorno, appunto, a parte la zona dei servizi, solo un grande spazio libero di circa 400mq.
Le diverse funzioni sono individuate da pochi elementi, anche se molto caratterizzanti:
una lastra di onice fa da parete-schermo da un lato alla zona conversazione, dall'altro all'ambiente studio-biblioteca, mentre una parete semicircolare in ebano delimita la zona pranzo.
Tutto ciò è reso possibile dalla struttura portante costituita da pilastri in acciaio a sezione cruciforme, disposti a griglia regolare in pianta, e che permettono una libertà nella distribuzione degli spazi e nella realizzazione delle pareti di chiusura altrimenti impossibili con un altro principio costruttivo.
Solo la cucina e l'office sono completamente separati, a questo livello.
Una grande vetrata lunga 24m e alta 3,50m, divisa in cinque parti, costituisce la parete sud. Questi pannelli in vetro sono parzialmente fissi, parzialmente a scomparsa nel pavimento.
Pochi altri, ma significativi, elementi d'arredo sono disposti a caratterizzare altri spazi.
Sono proprio questi arredi, progettati dallo stesso Mies, ad essere diventati delle icone nel campo del design, ancora oggi riproposti da varie aziende, più o meno fedeli nel disegno e nei materiali e che fanno bella mostra di sè nei salotti delle case in giro per il mondo.
Quante volte abbiamo ammirato copie più o meno riuscite della sedia Brno o della poltrona Barcellona o della poltrona Tugendhat.
Un giardino d'inverno nella zona est, anche questo confrontabile con la corte interna del Padiglione, oltre ad avere una valenza estetica, rappresenta un filtro visivo ed ha anche l'effetto di una sorta di camera d'aria per un ottimale controllo climatico dell'ambiente.
A proposito di ciò, Villa Tugendhat è stata tra le prime costruzioni ad avere un vero impianto di condizionamento dell'aria.
Nel basamento della costruzione, negli ambienti a livello del giardino, sono alloggiati tutti gli impianti, un sistema completo di riscaldamento, ventilazione e umidificazione dell'aria.
L'ampio living godeva dell'azione di un ulteriore sistema di riscaldamento (date le ampie vetrate) che poteva trasformarsi in impianto di refrigerazione.
Una serie di radiatori alti pochi centimetri, sistemati lungotutta la parete vetrata a mo' di battiscopa, riscaldando l'aria, evitava, durante l' inverno, la produzione di condensa, mentre una serie di filtri depurava l'aria prima che venisse immessa all'interno.
Per essere una costruzione dei primi anni '20 dello scorso secolo, grazie certamente alle disponibilità economiche notevoli della committenza, la villa rappresenta un esempio di alti standard di vita di una clientela ricca e di concezioni moderne.
Per saperne di più o semplicemente per vedere delle foto:
www.czechtourism.com
www.it.czech-unesco.org
www.bauphoto.de
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CiaoCosa posso essere queste fessurazioni di queste piastrelle del muro del box doccia? Da cosa possono essere state provocate?Grazie mille... |
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