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Si potrebbero registrare 400 miliardi sul PIL se messa in campo una conforme transizione energetica.
La Fondazione Enel e The Europen House, hanno presentato il documento che illustra i vantaggi in termini di sostenibilità del settore energetico, di creazione di nuova occupazione e di economia, attraverso una gestione efficacia della transizione energetica.
La Commissione Europea ha decretato di limitare le emissioni di CO2 nella misura del 55%, entro il 2030.
Sul fronte si registra un forte rallentamento da parte di tutti i Paesi membri dell'Unione Europea. Perciò, in virtù delle politiche esistenti, il risultato potrebbe avverarsi per l'anno 2051.
L'andamento italiano non è affatto roseo, dal momento che si delinea un ritardo di circa 29 anni rispetto a quanto indicato dal Fit for 55, documento europeo che contiene 13 proposte legislative sull'energia e sul clima.
Secondo L'Amministratore Delegato e Direttore Generale dell'Enel Francesco Starace, occorrono investimenti di circa 3.600 miliardi di euro, per raggiungere il traguardo entro l'anno 2030 in Europa, di cui circa 190 miliardi per l'Italia, che avrebbe sul PIL un'incidenza di oltre 8.000 miliardi di euro, di cui 400 miliardi di euro a livello nazionale.
Per contrastare i rallentamenti, sia essi italiani che europei, sono state valutate e studiate le misure di natura legislativa, attuativa e di controllo esistenti.
Quella italiana è aggravata dai seguenti elementi:
Le proposte per superare gli ostacoli sono: snellire le procedure burocratiche per l'autorizzazione degli impianti da risorse rinnovabili, promuovere le attività che garantiscono l'efficientamento energetico, favorire lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici mediante un'attiva collaborazione tra enti locali e distributori di energia elettrica.
Favorire l'unione dei distretti industriali e business cluster locali, ecosistemi dell'innovazione e comunità energetiche con la rete di distribuzione nazionale.
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