Suscita allarme l'ipotesi dell'Unione Europea di introdurre un tetto comune per l'erogazione dei mutui.
In Italia le banche possono erogare mutui per l'acquisto di case per un importo fino all'80% del valore dell'immobile. Il resto della somma viene, generalmente, acquisito stipulando ulteriori polizze assicurative.
È stato presentato in questi giorni dall'Unione Europea alla Federazione europea delle banche e all'ABI, un progetto che intende modificare il mercato immobiliare, attraverso l'introduzione di un limite per la copertura dei mutui comune a tutti i paesi dell'Unione, pari al 40% del valore dell'immobile. Se ciò avverrà gli acquirenti saranno soggetti a costi aggiuntivi per riuscire ad acquisire il rimanente valore, stipulando polizze assicurative.
La notizia, resa nota lunedì scorso dal quotidiano economico Il Sole 24ore, ha generato allarme tra consumatori e operatori del settore.
In pratica, quando si richiede un prestito per acquistare una casa del valore, ad esempio, di 200.000 euro, mentre oggi si possono ottenere fino a 160.000 euro, se passa la proposta europea se ne potranno ottenere appena la metà, rendendo la casa un bene inaccessibile per molte famiglie.
La tegola si abbatterebbe anche sul mercato immobiliare, visto che ad oggi sono presenti sul mercato migliaia di immobili che restano invenduti a causa delle difficoltà finanziarie e del basso potere di acquisto delle famiglie.
L'ipotesi di intervento è stata giustificata con la crisi economica internazionale, originata dai mutui subprime americani. Negli Stati Uniti, infatti, sono stati concessi finanziamenti fino al 100% del valore dell'immobile, a soggetti che, con i lori redditi, non davano alcuna garanzia di poter coprire il rimborso. Ora che i valori immobiliari sono crollati, le banche si trovano a pignorare immobili che valgono molto di meno di quando sono stati acquistati.
Da qui l'esigenza di armonizzare i requisiti di capitali per le banche dei vari paesi, ma per il momento non è stata formalizzata nessuna proposta, anche perché l'attuale Commissione rimarrà in carica fino al 31 ottobre, pertanto se ne riparlerà nel prossimo mandato.
La soluzione appare però spropositata al mercato europeo, dove non sono avvenute le anomalie di quello americano, e soprattutto al nostro Paese che, nonostante i problemi del sistema bancario, ha tassi d'insolvenza molto bassi, inferiori al 2%, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti.
La notizia ha perciò suscitato preoccupazione sia per i possibili acquirenti, che potranno accedere a finanziamenti inferiori e probabilmente a tassi più alti, ma anche dalle banche che saranno costrette ad accantonare capitali maggiori.
La European banking industry committee, che rappresenta le principali federazioni bancarie europee, ha provveduto ad inviare alla Commissione europea un documento di protesta, sostenendo il proprio disaccordo all'istituzione di un limite comune per l'erogazione dei mutui, visto che il mercato immobiliare dei vari paesi presenta delle sostanziali differenze.