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Dopo la stangata dell'Imu un nuovo tributo relativo alla casa si sta per abbattere sui contribuenti italiani: infatti era appena scaduto a dicembre il termine per il pagamento del saldo dell'imposta sulla casa, che già si parlava della Tares, la tariffa comunale sui rifiuti e i servizi, che andrà a sostituire quest'anno Tia e Tarsu.
Fino all'anno scorso, infatti, era in vigore nella maggior parte dei comuni italiani la Tarsu, tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, mentre in una minoranza di questi (sono circa il 16% del totale) è stata introdotta la Tia, tariffa d'igiene ambientale.
La nuova Tares è nata un anno fa, è stata introdotta dal Decreto Salva Italia ed è frutto dell'attuazione del Federalismo fiscale.
Inizialmente erano previste quattro rate con scadenza prefissata, a gennaio, aprile, giugno e dicembre. Successivamente la prima rata è stata spostata di qualche mese (ad aprile) grazie ad un sub - emendamento della Legge di Stabilità.
Ma dopo che ieri il Senato ha approvato il decreto sull'emergenza rifiuti (decreto n. 1/2013), la prima rata è infine slittata a luglio.
Per la verità in Senato era stato richiesto uno spostamento dell'entrata in vigore al 2014, ma ciò non è stato possibile, a causa della mancata copertura finanziaria.
Lo slittamento comporta l'accendersi di una piccola speranza per i cittadini, perché il nuovo Governo che dovrebbe insediarsi nei prossimi mesi, potrebbe modificare la nuova imposta che, allo stato attuale, risulterebbe molto più onerosa della vecchia tassa sui rifiuti.
La novità di questa imposta sta nel fatto che, a differenza dei tributi che sostituisce, essa deve servire a finanziare non solo il servizio di igiene ambientale, ma anche alcuni servizi definiti indivisibili, per cui sarà sicuramente molto più alta.
I servizi indivisibili, come quelli di illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, verde pubblico, polizia locale, sono quei servizi comunali di cui beneficia l'intera collettività ma per i quali non è possibile effettuare una suddivisione in base all'effettiva percentuale di utilizzo individuale.
Si tratta quindi di servizi di cui gioviamo tutti, ma di cui non si può quantificare il maggiore o minore beneficio tra un cittadino ed un altro, a differenza di quanto avviene per quelle attività come asili nido o assistenza domiciliare, che sono definite a domanda individuale.
Questi ulteriori servizi saranno finanziati con un extra, rispetto alla tariffa al metro quadro applicata per il tributo, che potrà andare dai 30 ai 40 centesimi al metro quadro.
In molti casi, però anche la componente relativa ai rifiuti dovrà subire un aumento, perché dovrà arrivare a coprire integralmente il costo del servizio, cosa che attualmente avviene solo nei comuni in cui è vigente la Tia. Infatti in questi si registrerà un aumento complessivo inferiore rispetto agli altri.
La legge prevede però che i comuni possano applicare anche eventuali riduzioni, fino al 30%, in casi come:
- abitazioni con unico occupante;
- abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo;
- locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti a uso stagionale o a uso non continuativo, ma ricorrente;
- abitazioni occupate da soggetti che risiedono o abbiano la dimora, per più di 6 mesi all'anno, all'estero;
- fabbricati rurali ad uso abitativo.
Inizialmente la base imponibile su cui effettuare il calcolo sarà basata sugli stessi parametri oggi in vigore per le vecchie imposte. Quando poi si renderà concreto un reale scambio di informazioni tra Catasto e Comuni, di cui si parla da anni, allora si potrà prendere a riferimento l'ottanta per cento della superficie catastale, senza comunque considerare il numero di componenti del nucleo familiare.
L'imposta sarà pagata non solo dai proprietari di immobili, quindi case, ma anche negozi, capannoni, ecc., ed anche da coloro che detengono aree scoperte, insomma tutti quegli immobili suscettibili di produrre rifiuti urbani.
È stato stimato che l'entrata in vigore della nuova imposta graverà per il 37,5% in più sui bilanci delle famiglie, corrispondente a circa 80 euro all'anno.
Mediamente il costo per le famiglie italiane sarà di 305 euro l'anno, a fronte di quanto pagato quest'anno per Tarsu e Tia, pari a 225 euro, quindi più di quella che è la media per l'Imposta Municipale Unica.
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