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Il Decreto Legge che doveva fermare le demolizioni in Campania, demolizioni che, ricordiamo, erano conseguenti a sentenze passate in giudicato, era uno dei provvedimenti più osteggiati e temuti di questo periodo, perché prefigurava l'apertura di una finestra temporale nella quale sarebbero state probabilmente ammesse alcune richieste di condono edilizio che, con la vigente normativa regionale, non erano state accettate nell'anno 2004.
In maniera abbastanza sorprendente, invece, i lavori parlamentari di questa settimana hanno determinato un inaspettato stop al provvedimento, il cui contenuto è definito nel DL 62/2010, in virtù dell'approvazione della pregiudiziale di costituzionalità presentata dall'IDV, inaspettatamente votata con 249 si contro 213 no dalla Camera.
L'esito non preventivato della votazione ha tuttora strascichi politici molto aspri con la maggioranza che chiede che la votazione sia invalidata perché sostiene che la stessa sia stata chiusa con troppa fretta, impedendo a diversi parlamentari del Pdl di poter votare, mentre Rosy Bindi, che al momento presiedeva la camera e regolava le operazioni di votazione, ribatte che la votazione si è svolta regolarmente e con tempi anche superiori a quelli di altre votazioni effettuate alla Camera. Aldilà dell'aspetto politico, fa bene evidenziare il senso della pregiudiziale di costituzionalità posta dall'Idv, che, in particolare, marcava il concetto che un provvedimento del Governo, per di più con procedura d'urgenza, non dovrebbe assolutamente interferire con l'esecuzione di sentenze della Magistratura passate in giudicato, perché questo andrebbe a creare confusione dal punto di vista della certezza del diritto.
È altrettanto importante ricordare che, aldilà del colore politico dell'attuale governo, il provvedimento proposto nel DL 62/2010, già approvato in Consiglio dei Ministri e votato al Senato, nasceva come risposta alle reazioni violente conseguenti ai primi abbattimenti in Campania, ma aveva una forte pezza di appoggio nel pronunciamento della Corte Costituzionale, che già aveva dichiarato illeggittimo il contenuto della legge Regionale della Campania in materia di condono perché aveva reso parzialmente inefficace un provvedimento di esclusiva competenza Statale.
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