I beni confiscati diventano alloggi sociali

Un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevede lo stanziamento di risorse per la conversione di immobili confiscati in alloggi sociali.
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Social housing tra emergenza abitativa e disponibilità di immobili


social housingIl Social Housing nasce dall'esigenza di poter mettere a disposizione uno spazio abitativo anche ai nuclei famigliari più disagiati, che non possono affrontare spese per l'acquisto o l'affitto secondo i prezzi di mercato.
Così nascono i cosiddetti alloggi popolari che, con canoni agevolati o concordati, si prestano ad essere abitati da famiglie che, secondo criteri ben precisi, risultano in lista per l'accesso agli stessi.

In Italia la situazione degli alloggi popolari è al limite del collasso: sia nelle grandi città che nelle piccole realtà, dal dopoguerra a oggi, quasi nulla è stato fatto per ammodernare questi manufatti, spesso fatiscenti, o per costruirne di nuovi, dando un nuovo volto alle nostre periferie. Le ragioni sono da ricercare nella scarsissime disponibilità economiche degli enti che si trovano a dover gestire un patrimonio immenso e con un basso livello di manutenzione; i canoni troppo bassi e la cattiva gestione del patrimonio immobiliare e finanziario hanno portato a una situazione oramai incontrollabile.

È notizia di questi giorni, ad esempio, il caso degli immobili del Comune di Roma, affittati a pochi euro o, addirittura, regalati a chi decide in autonomia di non dovere alcunché per l'occupazione degli stessi.

Le ricadute sull'economia nazionale sono molto pesanti: gli immobili continuano ad essere abbandonati a se stessi, senza alcuna manutenzione, vengono costruiti pochissimi nuovi alloggi e le famiglie bisognose non riescono a salire nelle graduatorie, oramai bloccate per indisponibilità o per procedure di attribuzione poco chiare.

social housing nord europaIn Italia le chiamiamo case popolari, ma all'estero il Social Housing rappresenta una diversa e virtuosa realtà: nei Paesi del Nord Europa, come Danimarca, Svezia, ma anche Inghilterra e Germania vivere all'interno di un alloggio sociale significa avere il privilegio di sperimentare spazi sostenibili, di piccola dimensione ma dotati di comfort, materiali e sistemi al passo coi tempi, rispettosi di chi vive gli spazi stessi e dell'ambiente circostante.

Gli alloggi sociali vengono costruiti nelle periferie, ma unitamente alla realizzazione di opere di urbanizzazione tali da garantire uno stile di vita gradevole: mezzi di trasporto efficienti, luoghi di aggregazione all'aperto e al chiuso, servizi per la famiglia, come scuole, asili, ospedali. Insomma, tutto sembra funzionare alla perfezione in questo sistema pensato per le categorie più svantaggiate.

social housing cascina merlataMa torniamo al nostro Paese: pochissimi sono gli esempi virtuosi di aziende di edilizia pubblica o di Comuni che hanno dato vita a progetti di Social Housing; tra gli ultimi interventi promossi è sicuramente da citare il Villaggio Expo Cascina Merlata a Milano che, progettato da alcuni dei più blasonati studi di architettura italiani, diventeranno alloggi sociali con tre tipologie di contratto: affitto, vendita e patto di futura vendita.

Un altro intervento degno di nota è quello della città ligure di Arenzano che, recentemente, dopo le attività di restauro, ha restituito alla collettività Villa Mina, inaugurando gli alloggi sociali, il parco e gli spazi polivalenti in essa contenuti.

Se le costruzioni ex novo portano con sé la necessità imprescindibile di risorse economiche ingenti, spesso non disponibili, il riuso di spazi non più utilizzati, ma che sono nelle disponibilità dello Stato, potrebbe costituire una interessante soluzione per la realizzazione di spazi sociali con spese d'intervento contenute.

Notizia recente è quella della destinazione di un fondo da parte dello Stato per la realizzazione di abitazioni sociali in beni confiscati alla criminalità organizzata.


Housing sociale con beni confiscati


Al di là delle sporadiche iniziative che, negli anni, alcune Regioni hanno promosso per l'utilizzo di immobili confiscati alle diverse organizzazioni criminali, il 16 marzo 2015 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 62 il Programma per il recupero ai fini abitativi degli immobili confiscati alla criminalità, in attuazione del Decreto 30 gennaio 2015 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Tale programma parte dalla necessità di incrementare la disponibilità di alloggi da destinare ad edilizia sociale con risorse dello Stato, delle Regioni, degli enti locali e di altri enti pubblici, prevista dal Piano nazionale di edilizia abitativa.

social housing beni confiscatiSarà l'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ad individuare gli immobili da destinare alle categorie più svantaggiate; in primo luogo saranno individuati stabili ricadenti nei capoluoghi di Regione e affidati in proprietà al Comune nei quali essi sono siti e che dovrà curarne la progettazione e l'avvio dei lavori.
Le risorse finanziarie stanziate ammontano a circa € 18.000.000,00.

Attraverso l'applicazione di questo decreto si avranno ricadute positive sull'economia su diversi fronti: in primo luogo, una volta contrastata l'azione delle varie forme di criminalità organizzata e con la successiva confisca dei beni, si porranno nelle disponibilità dello Stato immobili, senza alcun onere di spesa.
Tali risorse saranno poi messe a disposizione della collettività e riconfigurate in maniera tale da costituire alloggi sociali per famiglie bisognose; infine, le attività di restyling consentiranno di avere affidamenti di lavori e di progettazione: da un lato il settore delle costruzioni ne trarrà vantaggio, dall'altro si avrà un recupero degli immobili con un conseguente miglioramento del nostro tessuto edilizio.

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Social Housing con beni confiscati
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