Una patrimoniale occulta dietro la riforma del catasto
Questo progetto di Legge, presentato dai 5 stelle, prevede una revisione delle rendite in base a metri quadri e ubicazione degli immobili, ma non solo.

La proposta di legge spacca destra e sinistra, con la Banca d'Italia sullo sfondo, che propone di spostare la pressione fiscale dal lavoro agli immobili ma più in generale di maggiorare in carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza.
In pratica si sta andando verso un ulteriore aumento dell'IVA. Il governo, per valutare il quadro complessivo, ha chiesto un parere agli esperi di Banca d'italia. Certo è che con la crisi di governo sullo sfondo e improbabili ma possibili elezioni, il tutto potrebbe vedere una forte frenata.
L'obbiettivo, sulla carta, sarebbe quello di colpire le grandi ricchezze per affrontare l'amergenza provocata dalla pandemia ma anche per livellare diseguaglianze economiche.
Ricotti di banca d'Italia sostiene che in questo modo si potrà alleggerire il carico fiscale sul lavoro (quindi l'irpef), in cui l'Italia detiene un triste primo posto europeo, considerata una vera e propria zavorra per una vera e propria ripresa, spostando le tassazioni su ricchezza e sui consumi effettivi degli italiani.
Allo stesso tempo ci sono però dei rischi come fa notare lo stesso Ricotti, mettendo in guardia il governo sul rischio di eventuali trasferimenti all'estero delle componenti mobili della ricchezza a fronte però di una redistribuzione della crescita, impieghi più produttivi delle risorse e danni meno gravi per la crescita.
In parole povere la riforma del catasto, archiviata circa 5 anni fa, prevede una riclassificazione degli immobili che verrebbero quindi tassati in base ai metri quadri e non più per i vani. Nell'intenzione dei 5 stelle ci sarebbe il livellamento dei contributi dei singoli cittadini senza intaccare il gettito fiscale dello Stato, che si aggira intorno ai 41 milioni di euro.
Dal punto di vista teorico, questo genere di tassazione ha indubbiamente dei vantaggi. La ricchezza infatti è distribuita in maniera molto più iniqua rispetto al reddito, ma anche perché il reddito ha effetti minori sulla crescita.