|
La concezione del giardino e la percezione del ruolo ecologico che riveste si è lentamente trasformata negli anni: da spazio adiacente e secondario rispetto alla dimensione domestica il giardino è diventato parte integrante della casa, meritando quindi una adeguata progettazione.
Le cause di questo processo sono varie. Ovviamente la prima è l'aspetto economico: un giardino è ormai un lusso e i fortunati possessori di un'area verde connessa alla propria abitazione si possono permettere di dedicarci l'attenzione e la cura che si merita.
A questo primo aspetto si accompagna la volontà di sentirsi più vicino alla natura, percepita al contrario sempre più lontana a causa della progressiva cementificazione delle nostre città.
Un giardino presenta numerosi e risaputi vantaggi: assorbe polveri, rumori, inquinanti, ma perché la complessa macchina funzioni è importante rispettarne l'ecosistema.
Uno dei parametri più importanti per valutare l'ecosistema giardino è sicuramente la sua efficienza ecologica.
Un giardino è tanto più efficiente quando più è in grado di intercettare la radiazione solare e riciclare velocemente la materia organica prodotta, in modo tale da rimettere nell'ecosistema gli elementi che la compongono.
Tuttavia l'energia solare non è la sola a essere presa in considerazione: è importante valutare anche la quantità di energia e materia che dall'esterno si immette nell'ecosistema in fase di manutenzione.
Una volta inteso il ruolo ecologico del giardino, è possibile intendere i principi della sua manutenzione. Il giardino di un campo da calcio o da golf, considerando solo la quantità d'acqua che consuma e tutti i trattamenti fitosanitari, non è certo un esempio di efficienza ecologica.
I principali comportamenti che aiutano a migliorare l'efficienza e rispettare il ruolo ecologico del giardino possono essere riassunti nei seguenti punti:
- limitare il numero dei tagli.
- lasciare sul terreno la materia organica tagliata o produrre del compost in situ.
- riutilizzare gli scarti prodotti dall'edificio urbano per arricchire l'ecosistema (Rain Garden, Fitodepurazione...)
- evitare i trattamenti fitosanitari ( i bruchi di oggi sono le farfalle di domani)
- limitare l'uso di piante aliene, ossia d'oltreoceano,in favore di specie autoctone e rispettare il bisogno d'acqua reale delle piante coltivate, senza eccedere con l'irrigazione che può indebolirne il radicamento.
Il Raingarden consiste in una tecnica per concentrare l'acqua piovana in un punto del giardino (o lungo un'infrastruttura quali strade, sottopassi, ecc.), realizzato appositamente rispettando una precisa stratigrafia, ed è particolarmente utile in periodi di forti precipitazioni per non sovraccaricare la rete fognaria e limitare gli allagamenti.
Il Raingarden può essere definita una aiuola depressa, essendo un fattore fondamentale la pendenza del sito.
Ne consegue la corretta scelta delle specie vegetali da utilizzare, le quali variano tra specie igrofile all'interno e mesofile all'esterno a seconda della presenza di umidità in misura maggiore o minore.
Lo schema del Raingarden è tratto dal sito Erinlaudesign.com, studio statunitense molto attivo nella progettazione di giardini.
La scelta degli alberi da piantare in giardino è sicuramente quella che prevede maggiore responsabilità e per la quale si pagano danni maggiori se non è oculata.
La manutenzione e la potatura sono infatti operazioni costose, ma soprattutto le radici possono nel tempo andare a intaccare la struttura della casa, compromettendone la stabilità.
Per valutare quale specie di alberi è indicata per il giardino bisogna prima di tutto valutarne la grandezza; in linea generale gli alberi si possono suddividere in tre grandezze:
- la prima grandezza prevede altezze maggiori di 16-20 mt, rientrano Noci, Tigli, Querce, Pioppi, Platani, Cedri, ecc.;
- la seconda grandezza ha altezze comprese tra 10 e 16 m, rientrano Betulle, Aceri, Ippocastani, Carpini, Cipressi, ecc.;
- la terza grandezza presenta altezze inferiore ai 10 mi, rientrano il Cercis, Orniello, Biancospino, Pyrus, Malus, Prunus (i nostri comuni alberi da frutto).
Secondo alcuni autori, una regola generale per valutare il volume di suolo minimo che necessita un albero, si ottiene valutando la relazione tra il volume di terreno a disposizione e la proiezione della chioma, che dovrebbe essere di 1 mc di terreno per ogni 1,5 mq di proiezione.
Perché un ecosistema sia completo, nella scelta del tipo di albero da piantare è un comportamento eticamente sostenibile considerare anche la fauna che lo popolerà.
Ad esempio, il Biancospino (un esemplare nella foto tratta da llgiardinonaturale) è una specie spinosa che grazie alla propria conformazione è capace di attirare alcune specie di uccelli tra i quali il merlo, il pettirosso o il tordo, alcuni sempre più rari in contesti urbani.
Questi trovano protezione tra i rami spinosi dell'albero, potendo creare un nido e nutrirsi delle bacche.
La siepe in giardino può essere ornamentale come necessaria per creare una schermatura visuale e donare un po' di privacy al giardino, tanto più importante se inteso come una estensione della propria casa.
Delle specie molto diffuse tra i rampicanti sono il Gelsomino, la Vite americana o l'Edera, utilizzate proprio grazie alla loro capacità di avvinghiarsi alla rete o alla struttura di delimitazione del giardino, tuttavia per favorire la manutenzione in alcuni casi è consigliabile preferire specie che creino una struttura secondaria, le quali hanno però l'incoveniente di essere più voluminose e quindi non adatte a tutti i giardini.
Le siepi tendenzialmente possono essere di due tipi: naturali o formali.
Le siepi naturali sono aggregati di differenti specie arbustive, le quali si distinguono per forma, colore e dimensione. In contesti in cui si vuole ridurre al minimo la manutenzione e ottenere un risultato il meno artificioso possibile, anche grazie alla loro fioritura graduale nel tempo, rappresentano sicuramente la scelta pù indicata.
Al contrario le siepi formali sono squadrate, ordinate, geometriche, realizzate con specie sempreverdi e adatte a giardini in cui si vuole rispettare un progetto ben preciso dai profili ben delineati.
Tra le specie caducifoglie ideali per le siepi miste si possono citare: l'Acero campestre, il Carpino bianco, il Corniolo per un effetto bosco e la sua capacità di attrarre il Picchio verde, lo Scotano dalle forti radici, la Lantana (visibile nella foto sopra) con le sue bacche e fiori variopinti tra il giallo e il rosso, o il già citato Biancospino, che se non viene potato può anche raggiungere dimensioni considerevoli.
Tra le piante sempreverdi è degno di nota l'Agazzino, specie che ama la luce e non teme il freddo e le cui bacche sono una importante fonte di alimentazione per numerosi uccelli, o il Viburno Tino, denominato anche Lentaggine, dalla fioritura che si protrae fino all'inverno in alcune zone.
Tra le specie più utilizzate per le siepi formali, a causa del loro rapido sviluppo vi è sicuramente l'Alloro o il Lauroceraso, piante molto diffuse e che ben resistono al freddo.
|
||