Price Cap a 180 euro: cosa significa in termini di costi?
Durante il Consiglio Affari Energia, i ministri dell'Unione Europea si sono accordati sul Price Cap. Il prezzo del gas è stato così fissato a 180 euro per megawattora.
Una scelta che, però, non è stata votata all'unanimità: Austria e Olanda si sono astenute, mentre l'Ungheria ha espresso voto contrario.
L'accordo sul Price Cap prevede un elemento dinamico che si riferisce al prezzo medio del Gnl e serve per tutelare l'attrattività del mercato energetico continentale, evitando la fuga delle forniture verso il mercato orientale.
Per l'attivazione del Price Cap è necessario che lo spread tra prezzo del gas secondo l'indice di riferimento Ttf di Amsterdam e il costo medio sugli altri mercati sia superiore ai 35 euro per 3 giorni lavorativi consecutivi.
Inoltre, il tetto avrà una durata pari a 20 giorni al massimo; dopodiché, si annulla. Ma può venire anche sospeso in caso di rischi sulle forniture.
Il Consiglio dell'Ue ha poi anche stabilito che le società energetiche dei vari Paesi dovranno fare acquisti comuni per minimo il 15% degli stoccaggi.
Ma, di fatto, questo come si traduce sulle bollette dell'utente medio? Servirà a risolvere il grosso problema del caro energia?
Anzitutto, è bene dire subito che non ci saranno risparmi a breve termine. Anzi, stando a quanto affermato da Stefano Besseghini, presidente di Arera (l'Autorità per l'Energia), prossimamente, il costo del gas si innalzerà dato che entreremo nel cuore dell'inverno e quindi la domanda si alzerà. Inoltre, sempre secondo Besseghini, il tetto a 180 euro rimane alto rispetto ai prezzi industriali.
Dal punto di vista dell'economista Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il Price Cap non servirà a risolvere la situazione emergenziale in quanto ben lontano dalla media (20 euro) degli ultimi anni. Per questo, non si riscontreranno ripercussioni concrete sulle bollette.
Dal suo punto di vista, sarebbe più utile militarizzare la crisi mettendo in atto interventi massicci come, ad esempio, nel caso dell'Italia, fare un rigassificatore, aumentare la produzione nazionale di gas o aprire qualche centrale a carbone in più.
Tuttavia, la maggior parte degli scambi sono sull'Over the Counter (Otc) a cui non verrebbero applicati i massimi.
L'opinione di Tabarelli è quella di puntare su fonti energetiche alternative al gas, fermare i bonus e tagliare i consumi nel giro di breve tempo.