In base ad un'iniziativa promossa da Tremonti è possibile avviare una richiesta di rimborso dell'Imu versata, a seguito della sua dichiarazione di incostituzionalità.
Imu incostituzionale?
Proprio nei giorni scorsi è stata resa pubblica l'Analisi del rapporto Ue 2012, che ha analizzato le caratteristiche della tassazione sulla casa italiana, l'Imu, concludendo che l'imposta per essere più equa ed avere un effetto redistributivo, dovrebbe essere modificata in senso più progressivo.
Proprio in concomitanza con le critiche espresse dall'Unione Europea all'imposta italiana sulla casa, l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, intervenendo in una trasmissione televisiva, si è fatto promotore di una battaglia avente lo scopo di dimostrare la presunta incostituzionalità dell'Imu, una tassa che i cittadini italiani percepiscono come particolarmente iniqua.
Per la verità lo stesso Tremonti era stato l'artefice, in collaborazione con il leghista Roberto Calderoli, della creazione dell'Imposta Municipale Unica, successivamente modificata dal Governo tecnico di Mario Monti con il Decreto Salva Italia (dl 201/2011) con l'introduzione di alcune novità che gli hanno poi fatto ritenere sconfinasse nell'incostituzionalità.
Infatti inizialmente l'Imu era concepita diversamente, visto che innanzitutto avrebbe dovuto partire dal 2014, non avrebbe dovuto interessare la prima casa e non avrebbe dovuto prendere in considerazione la rivalutazione delle rendite.
I principi della Costituzione che secondo Tremonti risulterebbero violati, sarebbero tre: l'articolo 3 (principio di uguaglianza), l'articolo 47 (sia nella parte che incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme sia in quella che favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione) e l'articolo 53 (principio di capacità contributiva).
L'Imu sarebbe contraria all'art. 3, quindi all'uguaglianza tra i cittadini, perché è stato dimostrato che ha creato sperequazione in quanto, per una stessa tipologia di immobile, è dimostrato che le imposte siano state notevolmente maggiori al Nord e nei grandi centri urbani.
Infrange poi il principio costituzionale del risparmio (art. 47) perché dovrebbe provocare il crollo delle quotazioni e la corsa alle vendite degli immobili, agevolando la speculazione.
Infine, viola il principio di capacità contributiva (art. 53) in base al quale i cittadini hanno il dovere di concorrere alle spese pubbliche in base alle proprie risorse.
Per questi motivi viene indicata ai cittadini una modalità da seguire passo per passo, che dovrebbe portare ad ottenere un rimborso di quanto si presume aver pagato ingiustamente.
Se l'invito ai cittadini andrà a buon fine, nel senso che saranno numerose le domande di rimborso pervenute alla Consulta, questa si troverà nella necessità di decidere sull'eventuale incostituzionalità dell'imposta.
Iter per richiedere rimborso Imu
L'azione civile per richiedere il rimorso dell'Imu, può essere avviata sia dal singolo cittadino, meglio se assistito dalle Associazioni di tutela della proprietà o dai CAF che essere strutturata come class action collettiva.
La procedura, comunque, non è affatto semplice e prevede diversi step.
Per prima cosa è necessario inoltrare una richiesta di rimborso al Servizio Tributi del proprio Comune, spiegando le motivazioni per cui ciò viene fatto. L'istanza va compilata su un modulo che comprende, in maniera sintetica, l'elenco dei possibili profili di incostituzionalità, in cui spicca, tra gli altri, il fatto che la rivalutazione della base imponibile sia avvenuta senza alcun collegamento con valori economici reali.
A tale istanza dovranno essere allegate le copie dei pagamenti effettuati.
Dopo 90 giorni dalla presentazione di tale istanza, se il Comune non dovesse dare nessuna risposta, si deve inoltrare richiesta di rimborso alla Commissione Tributaria Provinciale competente, chiedendo la remissione degli atti alla Corte Costituzionale e giungendo così alla terza fase del procedimento.
Sarà sufficiente che anche una sola delle sedi delle Commissioni tributarie provinciali diffuse su tutto il territorio nazionale rimettano questi atti alla Corte Costituzionale, perché questa sia costretta ad esaminarli e a pronunciarsi in merito.
La pronuncia della Corte Costituzionale rappresenterà la quarta e conclusiva fase.
In caso di un esisto positivo dell'azione, cioè di una sentenza che dichiari l'incostituzionalità della tassa, comunque potranno giovarsene tutti i contribuenti, chiedendo ed ottenendo il rimborso, se non lo hanno già fatto.