PNRR: stanziati 600 milioni di euro per ristrutturare gli edifici storici rurali
Secondo un'analisi svolta da Coldiretti su dati Istat, in Italia ci sono 5.498 centri sotto i 5mila abitanti.
Questi rappresentano il 54% dell'intera superficie italiana ma ospitano soltanto il 16,5% della popolazione nazionale.
Tali centri, in un paesaggio fortemente segnato da produzioni agricole, casali, vigneti e ulivi, pascoli e malghe, presentano ampi margini di accoglienza residenziale.
Nella missione Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) rientra anche l'operazione chiamata Turismo e cultura. Essa contiene tutte le misure volte atutelare e valorizzare l'architettura e il paesaggio rurale. In tal senso, sono stati stanziati 600 milioni di euro per interventi di restauro e riqualificazione dell'edilizia rurale e storica.
Ristrutturare gli edifici storici rurali significa dare nuova vita alle campagne e alle periferie. Uno stimolo importante per il ritorno degli italiani alla vita nei borghi. Ma non solo. Con questo investimento si vogliono valorizzare gli edifici storici rurali in modo tale da aumentare l'afflusso turistico anche nelle aree remote e più periferiche del Paese, nonché migliorare la tutela del paesaggio circostante.

Potranno rientrare nel progetto gli edifici rurali storici di proprietà o gestione ad enti privati che a enti del terzo settore.
E ancora, ristrutturando edifici abbandonati o degradati, si andranno a creare nuovi posti di lavoro. Così facendo, saranno inoltre attenuate le disparità fra le varie Regioni.
Infine, la valorizzazione dell'artigianato e dei prodotti agricoli locali permetterà di alleviare l'impatto della crisi.
Rilanciando i piccoli borghi abbandonati si salva quell'immenso patrimonio edilizio rurale che in Italia è costituito da malghe, cascine, stalle, fattorie e masserie. Andando così a creare i presupposti per il rilancio dei piccoli Comuni.
La misura ha dunque un valore storico, culturale, paesaggistico ma anche urbanistico, in quanto aiuterebbe a ridurre la pressione abitativa nei centri urbani. Entro il prossimo giugno 2022 verrà emanato un decreto del Ministero della Cultura che assegnerà le risorse ai singoli interventi. Si prevede il completamento di 3.000 progetti entro dicembre 2025 e, nello stesso periodo, di avviarne altri 900.