L'Algeria sarà il primo fornitore di gas dell'Italia
Nella giornata odierna, Mario Draghi è in visita ad Algeri per firmare l'accordo preparato nelle scorse settimane da Di Maio e dall'ENI, al fine di fare dell'Algeria il nostro primo fornitore di gas.
Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina la diplomazia italiana ha cominciato una serie di incontri con vari Paesi fornitori di gas per non farsi trovare impreparata di fronte a possibili interruzioni dei flussi da Mosca. Oggi comincia quindi a prendere forma la strategia italiana per dire addio al gas russo.
Il premier incontrerà il Presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, per sugellare un accordo che porterà circa 9 miliardi di metri cubi in più di gas all'Italia dall'Algeria. In questo modo, l'Italia è in grado di rimpiazzare più o meno 1/3 del gas che oggi importa dalla Russia (29 bcm l'anno).

Ma non è tutto. Secondo le stime di Claudio Descalzi, amministratore Delegato di Eni, la predetta cifra potrebbe aumentare fino ad arrivare a 11 miliardi. In pratica, l'Algeria passerà dagli attuali 20 miliardi a oltre 30.
L'accordo che sta per essere firmato proprio in queste ore, riporta la relazione del nostro Paese con Algeri ai livelli del 2010.
Inoltre, pare che gli approvvigionamenti saranno anche piuttosto rapidi. I bcm aggiuntivi dovrebbero infatti arrivare già prima del prossimo inverno.
Questo potenziamento sfrutterà le capacità del gasdotto Transmed. Attivo da quasi quarant'anni, questo attraversa il Mediterraneo per poi sbucare sulle coste della Sicilia, a Mazara del Vallo.
Parte dell'accordo con l'Algeria dovrebbe essere una partnership rafforzata tra Eni e l'omologa algerina Sonatrach per aumentare la produzione di gas e petrolio. La questione non è finita. Vi è infatti anche l'intenzione di allargare la cooperazione con il Paese del Maghreb a comuni progetti di energia rinnovabili che, nel medio-lungo periodo, darebbero la possibilità di liberare altro gas per l'export.
L'Algeria rappresenta il primo tassello di un programma a più ampio raggio. Entro la fine di aprile, Draghi ha infatti in programma altre tappe in Africa. Nello specifico, Congo, Mozambico e Angola che, insieme a Egitto, Nigeria, Qatar, Indonesia e Azerbaijian completano la strategia di diversificazione delle fonti energetiche definita dall'Italia dopo la guerra e che nel giro di un paio d'anni dovrebbe portare ad una totale indipendenza dalla Russia.