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19 Giugno 2017 ore 09:43 - NEWS Spazio esterno |
Con l'estate ormai alle porte, per chi ha un ampio giardino o un terreno, cosa c'è di meglio che rilassarsi o prendere il fresco in una piscina privata?
Tuttavia, le normali piscine presentano alcuni inconvenienti:
- generalmente richiedono uno scavo piuttosto profondo e la realizzazione di una vasca in calcestruzzo armato;
- il filtraggio dell'acqua avviene tramite pompe e filtri elettrici, con costi di gestione abbastanza elevati;
- la pulizia dell'acqua viene garantita da sostanze chimiche (quasi sempre cloro) disciolte nell'acqua, con possibili odori sgradevoli e irritazioni della pelle nei soggetti più predisposti;
- richiedono una manutenzione attenta e quotidiana;
- il ricambio dell'acqua è praticamente costante, con conseguenti notevoli sprechi.
É quindi di una soluzione non ecologica e con alte spese di gestione, al punto che alcuni Comuni hanno vietato la costruzione di nuove piscine private.
Tuttavia esiste un modo per godersi una bella nuotata senza inquinare l' ambiente : la biopiscina, piscina naturale o biolagobalneabile. Si tratta di uno specchio d'acqua di origine artificiale, di varia forma e dimensione, costruito ispirandosi alle polle o piscine naturali formate dalle sorgenti.
È dunque pensata e costruita come un vero e proprio ecosistema indipendente, in cui la pulizia, l'ossigenazione e il filtraggio dell'acqua vengono garantiti da appositi microorganismi, alghe e piante palustri.
La biopiscina è dunque un sistema autorigenerante in cui ogni componente è attentamente studiato per fornire un ambiente sano, pulito ed esteticamente piacevole in cui rilassarsi completamente. Anche l'aspetto è molto diverso rispetto a una comune piscina: prevalgono infatti forme organiche e curvilinee, grandi rocce con muschi e licheni, tronchi sommersi, piccole cascatelle e una profusione di piante acquatiche.
Non esistono dimensioni standardizzate, ma una superficie minore di 30-40 metri quadrati rende difficile la corretta gestione dell'ecosistema. La profondità consigliata è invece compresa tra 1,2 e circa 3 metri.
Un biolago è inoltre diviso in due zone distinte, ad esempio da muretti o sentieri di pietre, destinate rispettivamente alla balneazione e al filtraggio dell'acqua. La prima è generalmente abbastanza profonda e più simile a una comune piscina con acqua limpida e cristallina, mentre la seconda somiglia a un vero e proprio stagno dalla vegetazione rigogliosa.
Il principio di funzionamento è la fitodepurazione, utilizzato generalmente per il trattamento delle acque reflue domestiche, in cui gli organismi vegetali si nutrono delle sostanze inquinanti, distruggendole e depurando l'acqua.
Come in un ecosistema naturale, ciascuna specie ha dunque il suo ruolo. Alcune infatti si nutrono degli inquinanti come il fosforo o l'azoto, altre filtrano le sostanze intorbidanti e altre ancora producono ossigeno. Le canne palustri e le piante ornamentali come ibischi e ninfee consolidano le sponde e abbelliscono l'ambiente.
Le piante sommerse hanno invece una funzione igienizzante, perché la superficie delle foglie aumenta lo spazio per l'insediamento dei microorganismi. Per la fitodepurazione è infatti fondamentale la presenza di zooplancton come le pulci d'acqua.
È quindi sconsigliato allevare pesci, che nutrendosi di questi microorganismi potrebbero squilibrare il ciclo di depurazione. Filtri naturali come strati di sabbia o ghiaia aumentano l'efficacia del procedimento, mentre una semplice pompa meccanica velocizza l'intero processo trasferendo l'acqua già pulita alla zona balneare.
All'equilibrio del sistema partecipano infine grandi rocce con muschi e licheni o piccole fontane e cascatelle, che movimentando l'acqua contribuiscono alla sua ossigenazione e creano un ambiente estremamente rilassante.
Una biopiscina ben fatta e ben progettata presenta quindi numerosi vantaggi: bassi costi di realizzazione e di gestione, assenza di qualsiasi sostanza chimica, impianti meccanici (e conseguenti vani tecnici) di scarsissimo ingombro, manutenzione ridotta, fabbisogno energetico molto basso e quindi alta sostenibilità ambientale e infine un aspetto innovativo e decisamente particolare.
Inoltre, una piscina artificiale, se posta sul fianco della collina, è visibile a grande distanza a causa sia della sua forma rigidamente geometrica, sia del tradizionale colore azzurro vivo del rivestimento. Un biolago si inserisce invece armoniosamente nel paesaggio e si adatta a qualsiasi contesto.
Si può infatti adottare una vegetazione palustre autoctona e scegliere gli elementi ornamentali in funzione della natura tipica del luogo: vicino a una scogliera grosse rocce spigolose, in mezzo alla campagna fitti canneti e ninfee galleggianti, nel sud Italia piante grasse e ciuffi di ginestre.
Se inserita in un resort sulla spiaggia, una biopiscina può essere inoltre concepita come una vera e propria laguna marina, stabilendo una perfetta continuità tra ambiente naturale e ambiente artificiale.
Un biolago è inoltre bello tutto l'anno e asseconda il normale ciclo stagionale.
Mentre una comune piscina di calcestruzzo quando non è in uso è coperta da antiestetici teli di plastica, nel biolago, durante la primavera fiorisce la vegetazione ornamentale; in estate le canne palustri creano vere e proprie muraglie verdi; in autunno si tinge di toni gialli, arancioni e rossi particolarmente suggestivi; e infine in inverno si confonde col paesaggio innevato circostante.
Dal punto di vista normativo la costruzione di una biopiscina richiede la presentazione di una pratica edilizia, generalmente una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) o una semplice Comunicazione di Manutenzione Straordinaria (CIL).
In un edificio vincolato o una zona con vincolo paesaggistico sono necessari anche il nulla-osta della Soprintendenza o l'AutorizzazionePaesaggistica. Controlliamo infine che il regolamento edilizio locale, il Piano Regolatore Generale o specifiche ordinanze comunali non vietino la costruzione di piscine private.
Possiamo affidare tutte queste incombenze a un tecnico di fiducia, geometra, architetto o ingegnere.
La realizzazione di una biopiscina non è particolarmente complessa, ma è consigliabile affidarsi ad aziende specializzate, come la Agriverde.
Per funzionare correttamente, una biopiscina richiede infatti una progettazione rigorosa e una precisa scelta nel numero, quantità e qualità dalle essenze vegetali, in funzione della superficie balneabile, delle caratteristiche del luogo e del clima locale.
Poche piante o troppe piante producono infatti risultati indesiderati, rendendo inefficiente il processo di fitodepurazione o saturando l'intero spazio. Nel primo caso l'acqua apparirà torbida e stagnante, favorendo la proliferazione di zanzare; nel secondo invece si assisterà allo sviluppo di alghe o mucillaggine. Ad ogni modo non si potrà godere della biopiscina: chi nuoterebbe volentieri in un'acqua satura d'alghe?
Se dunque non siamo biologi o esperti giardinieri evitiamo le soluzioni fai da te.
Per la costruzione scegliamo invece soluzioni brevettate e personale qualificato: Api Italia ha messo a punto la tecnologia Biodesign® specificamente studiata proprio per le biopiscine.
Dopo aver predisposto lo scavo si passa alla realizzazione della vasca vera e propria, costituita da uno speciale rivestimento formato da una miscela di resine e quarzo altamente elastica, leggera e resistente ai raggi ultravioletti. Successivamente vengono collocati gli elementi ornamentali come rocce, ponticelli, tronchi d'albero, statue e fontane e si mettono a dimora le piante acquatiche.
La costruzione di un biolago richiede da un minimo di tre settimane a circa un mese e mezzo ed è operativo non appena finiti i lavori. I costi sono invece direttamente proporzionali alle sue dimensioni, al numero e alla tipologia di essenze impiantate.
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