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Marmo artificiale

Nella decorazione interna di chiese e palazzi signorili era diffuso un particolare tipo di intonaco molto liscio trattato a imitazione delle tipiche venature del marmo.
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Origini e storia del marmo artificiale


Il marmo artificiale imita perfettamente l'aspetto del vero materiale lapideo.A partire dalla seconda metà del XIX secolo, in molte chiese, alberghi, edifici pubblici (ad esempio banche o uffici postali), ville e palazzi signorili cominciarono a diffondersi colonne, lesene, modanature e rivestimenti parietali realizzati con un intonaco perfettamente lucido e levigato, e inoltre riproducente le tipiche venature e screziature delle varie tipologie di marmo: in questo modo, era quindi possibile ottenere finiture molto durature e piacevoli esteticamente a un prezzo decisamente inferiore, perché non era più necessario importare il marmo, con un notevole risparmio sui costi di trasporto e i dazi donagali.

Tuttavia, l'origine di questa tecnologia non è nota, ma gli studiosi Marco Cavallini e Claudio Chimenti, in un libro dal significativo titolo Pietre & Marmi Artificiali - Manuale per la realizzazione e il restauro delle decorazioni plastico-architettoniche di esterni e interni, ipotizzano che una delle realizzazioni più antiche potrebbero essere le colonne (in ottimo stato di conservazione) della Sala di Musica di Palazzo Pitti, risalenti ai primi anni dell'Ottocento: infatti, poiché uno dei materiali più utilizzati per questi rivestimenti è il cemento (inventato proprio in questo periodo), sembra plausibile che questa lavorazione sia stata perfezionata dopo l'introduzione del nuovo materiale.

In precedenza, e soprattutto all'esterno degli edifici, si tendeva infatti a riprodurre un rivestimento marmoreo (o di altro materiale lapideo) semplicemente dipingendolo sull'intonaco, come si nota ad esempio all'interno della Chiesa di Orsammichele a Firenze.

Inoltre, sebbene in questo esempio più antico non sia stata riprodotta alcuna pietra realmente esistente (e infatti, a sottolinearne l'artificialità, nelle colonne sono incastonati anche alcuni frammenti di madreperla), generalmente si prendeva a modello una specifica tipologia di marmo, che le maestranze più esperte riuscivano a riprodurre con precisione: la perfezione estetica e tecnologica di questi artifici (che vanno sotto il nome un po' impreciso di marmo artificiale) è infatti talmente stupefacente, che spesso solo la presenza di lesioni e lacune permette di scoprire il trucco.

Troviamo splendidi esempi di marmo artificiale nell'edificio della Posta Centrale di Firenze, inaugurato il 19 aprile 1917, e nell'atrio dell'Hotel Excelsior, in cui compaiono alcune colonne di finto marmo giallo di Siena, realizzate da operai convocati appositamente e che - secondo alcune testimonianze coeve - lavorarono in gran segreto.
Ho inoltre osservato personalmente alcuni esemplari di queste decorazioni in una chiesa di Budapest, da cui sono tratte le foto che illustrano questo articolo.

Durante il Fascismo, in seguito alla cosiddetta autarchia (con cui, secondo i piani del Regime, l'Italia avrebbe dovuto essere del tutto ausufficiente per l'approvvigionamento di prodotti finiti, materie prime e fonti energetiche), e sopratutto la Seconda Guerra Mondiale, il marmo artificiale conobbe un'epoca di grande fortuna a causa della generale penuria di materie prime e delle difficoltà di trasporto. Uno dei pochissimi manuali che descrivono in dettaglio le tecniche di lavorazione, dal titolo Procedimenti per la lavorazione dei marmi artificiali e della tarsia a colori in serie - fu pubblicato ad esempio nel 1944.


Come si presenta il marmo artificiale


La presenza di una lacuna denuncia l'origine artificiale del finto marmo.Come già accennato in precedenza, il marmo artificiale è utilizzato sopratutto per il rivestimento di pannelli parietali, colonne, lesene e stipiti di porte e finestre.

Se ben eseguito, il suo aspetto è inoltre praticamente indistinguibile da quello del vero materiale lapideo lucidato, e solo la presenza di lacune o l'uso di colori e texture non pertinenti ad alcuna pietra esistente in natura permette di scoprirne l'origine artificiale.

La superficie si presenta infatti perfettamente lucida e regolare, e al tatto estremamente liscia e levigata. La texture può essere invece caratterizzata da una serie di macchie di forma e dimensioni variabili, molto spesso con disposizione casuale, oppure da venature orizzontali, verticali, inclinate, ondulate o perfino a spirale: spesso, per un maggiore realismo macchie e venature compaiono insieme.

In corrispondenza di una lacuna, compare invece la muratura grezza, evidenziando il sottile spessore (meno di un centimetro) dello strato di finitura.


Uso progettuale del marmo artificiale

Varie texture di finto marmo con macchie e venature.Conoscere e divulgare la tecnica del marmo artificiale - che a breve descriverò in un articolo a parte - è perciò molto importante, non solo perché - in caso di restauro di un edificio in cui si sia utilizzata questa tecnologia - diventa possibile stuccare le lesioni e/o risarcire efficacemente le eventuali lacune, ma sopratutto perché questi artifici possono ancora trovare utili applicazioni progettuali, tra cui ad esempio:

- la realizzazione relativamente economica - in confronto al prezzo del vero marmo - di elementi decorativi nelle parti comuni degli edifici (ad esempio palazzine di abitazione) di stile liberty oppure eclettico;

- la decorazione di interni in appartamenti arredati in stile neoclassico, rococò, liberty o biedermer;- la realizzazione di alcuni pezzi di arredamento, tra cui piani di tavoli, cassettiere e scrittoi.

riproduzione riservata
Rivestimenti in marmo artificiale
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