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Margotta e propaggine

La margotta e la propaggine sono due possibili metodi di riproduzione vegetali, particolarmente adatti per le specie legnose, con esse non si ha il radicamento critico.
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La margotta e la propaggine sono due possibili metodi di riproduzione vegetali, particolarmente adatti per le specie legnose. Con tali tecniche non si incorre nella criticità del radicamento che è tipico delle talee e degli innesti. Precisamente, la propaggine si può applicare alle piante con rami flessibili, tali da poter essere interrati.

Generalmente si utilizza il supporto di una cassetta posata in maniera sollevata dal terreno. Con un coltellino si intacca il punto che verrà a contatto con la terra. Tale incisione oltre la corteccia deve raggiungere la parte interna della pianta. In alternativa i lembi del taglio possono essere lasciati aperti con un po' di torba o del muschio. La propaggine, è molto semplice da realizzare in presenza di rami lunghi ed elastici che possono essere interrati a tre o quattro centimetri e fissati con dei ferri a forma di u per il mantenimento delle posizioni. Se i rami della pianta sono poco flessibili, si adotta la tecnica della margotta.

propagginiCon essa come nel caso precedente si effettua una incisione verticale sulla parte che deve essere interrata. Nel caso della margotta, si introduce la parte preparata in un tubolare, generalmente di polietilene che a sua volta deve essere fissato accuratamente al di sotto dell'incisione con del nastro adesivo in modo che resista all'acqua. La tasca o contenitore che si forma si riempie con del terriccio ricco di torba o in alternativa con sfagno, prima di essere richiuso. Sia che si applichi la tecnica della propaggine sia che si applichi la tecnica della margotta è sempre necessario assicurare una presenza di umidità costante.


Inoltre è molto importante trattare la porzione incisa della pianta con preparati e o polveri a base di ormoni. Il ramo da utilizzare per la riproduzione della pianta può essere tagliato e messo direttamente a dimora, quando il suo allungamento nella parte alta e l'emissione di foglie nuove indicano che c'è stato il radicamento.


Prima di essere messo a dimora il ramo dal quale genererà la nova pianta può essere trapiantato in vivaio, protetto, in tal modo acquisirà la necessaria robustezza. Utilizzando la tecnica della dimora, ottimi risultati si possono conseguire, lasciando in loco la porzione staccata per un breve periodo di tempo. Successivamente essa potrà essere quando avrà di certo attecchito può essere molto utile trapiantare la pianta in un contenitore o una cassetta, dai quali sarà possibile estrarre la stessa pianta con il pane di terra, per poter essere messa a dimora definitivamente se tutto è andato per il meglio. Anche nel caso della margotta è opportuno prelevarla cercando di conservare il più possibile la parte di terra intorno alle radici con il relativo materiale del manicotto. In questo modo ò possibile mettere a dimora le nuove piante in qualsiasi momento, ciò non è invece possibile nel caso di nuove radici. In ogni caso, la propaggine e la margotta vanno effettuate quando le piante sono in attività vegetativa. È infatti inutile oltre che lesivo mantenere umidità intorno a un ramo dormiente che come tale, non è in grado di emettere radici e germogli.



L'innesto



Lmargotta e propaggini usate per le rose'innesto è una delle tecniche più diffuse tra i vivaisti per ottenere piante con caratteristiche mixate da altre piante. È il caso di molti aceri giapponesi e molte altre specie arboree da fiore e da frutto. Nel giardino la tecnica dell'innesto, offre la possibilità di poter cambiare varietà di piante senza ricorrere necessariamente a nuove piantagioni, semplicemente lasciando in sede quelle già perfettamente integrate nell'ambiente. In maniera analoga si ottengono le più svariate forme e colori di uno stesso soggetto vegetale.


Un altro scopo dell'innesto è il ripristino delle regolarità di una chioma che può essere stata danneggiata per cause diverse o analogamente il ringiovanimento di piante vecchie. Tipicamente sul cosiddetto portainnesto, realizzato con piante selvatiche e poco pregevoli dal punto di vista ornamentale, vengono innestate porzioni di ramo (tecnicamente marze) o singole gemme (tecnicamente innesto a gemma o a occhio) diverse varietà di piante con caratteristiche estremamente pregevoli. In alternativa nuove coltivazioni possono essere ottenute con alterazioni o vere e proprie mutazioni. Queste ultime difficilmente potrebbero essere riproducibili in altro modo altrettanto economico e rapido.

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