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Da alcuni giorni è visibile sulle reti televisive nazionali e in Internet una campagna di comunicazione governativa che, attraverso uno spot della durata di circa 30 secondi, informa i cittadini delle novità apportate dal decreto Sblocca Italia, grazie alle quali sarà più semplice, veloce ed economico, realizzare alcuni interventi edilizi.
Dire che si tratta di una pubblicità ingannevole è forse un po' troppo, ma di sicuro il breve spot non contribuisce a chiarire le idee al cittadino, minimizzando in maniera eccesiva gli adempimenti e glissando decisamente sul ruolo del tecnico, la cui necessità non emerge minimamente.
Se vuoi ristrutturare casa, dividerla per farne due o unire due case attigue, farlo è più semplice e veloce, afferma il testo dello spot.
Tuttavia, la spiegazione di come fare è eccessivamente esemplificativa e può fuorviare il cittadino, facendogli credere davvero che basti inviare una lettera al comune e il gioco è fatto.
Per capire perché, facciamo un esempio pratico, ipotizzando il caso di Tizio che voglia frazionare il proprio appartamento di 150 mq per ricavarne due da 75 mq, da vendere a due diversi acquirenti.
Comunichi i lavori al Comune e inizi subito!
A questo punto parte il simpatico omino che spedisce una lettera al Municipio.
La semplice comunicazione altro non è che una Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata, il documento necessario per eseguire qualsiasi intervento di manutenzione straordinaria, tra cui rientra oggi proprio il frazionamento immobiliare, grazie alle semplificazioni del decreto Sblocca Italia.
Questo però è possibile purchè non si intervenga sulle parti strutturali dell'immobile, nel qual caso sarebbe invece necessaria una Segnalazione Certificata di Inizio Attività.
Dunque, la Cila consente effettivamente di iniziare i lavori il giorno stesso in cui viene presentata e deve essere asseverata da un tecnico abilitato (architetto, ingegnere o geometra).
Ma cosa vuol dire asseverata? L'asseverazione è una dichiarazione della sussistenza di determinati requisiti di legittimità, nel nostro caso il rispetto degli strumenti urbanistici, del regolamento edilizio e d'igiene, della normativa antisismica e di quella sul rendimento energetico, il tutto dimostrabile attraverso gli elaborati di progetto, in cui è descritto l'intervento in tutti i suoi aspetti, quindi mostrando la situazione prima e dopo i lavori.
L'asseverazione ha lo scopo di accelerare i tempi burocratici necessari per effettuare tutti i controlli da parte delle pubbliche amministrazioni, eliminandoli e sostituendoli con un'autocertificazione del professionista.
Con questo istituto, il tecnico riceve un permesso speciale dallo Stato, ai sensi dell'art. 359 n. 1 del Codice Penale, a esercitare un servizio di pubblica utilità, assumendosi una responsabilità penale per quanto dichiarato.
Senza il progetto e l'asseverazione di un tecnico, il signor Tizio non potrà frazionare il suo immobile, ma questo viene taciuto dallo spot governativo.
Oltre al progetto, potrebbero essere necessari altri documenti, quali una preventiva autorizzazione paesaggistica o la notifica preliminare all'ASL nei casi previsti dal d.lgs. n. 81/2008.
Infine, deve essere indicato il nominativo della ditta incaricata dei lavori, con tutte le informazioni necessarie per la verifica della sua regolarità contributiva.
All'accatastamento ci pensa il Comune!
Anche quest'affermazione, oltre che semplicistica, è quantomeno ottimistica.
È vero che il decreto prevede proprio questo, cioè che sia il Comune a procedere d'Ufficio con l'accatastamento, ma ciò appare purtroppo poco realistico.
La maggior parte degli uffici dei comuni italiani sono già oberati di pratiche arretrate, giacenti in attesa di essere istruite, per cui non si può immaginare come gli impiegati del settore urbanistico ed edilizio possano trovare anche il tempo di occuparsi degli accatastamenti.
Tra l'altro non è neanche detto che lo sappiano fare! Non certo perché un impiegato tecnico non sia in grado di eseguire un accatastamento, ma perché tale lavoro non rientra nelle sue mansioni abituali, come non lo è l'utilizzo del software Docfa.
Quindi sarebbe necessario formare ulteriormente il personale o assumerne dell'altro.
Tali considerazioni non sono delle semplici ipotesi ma è quanto emerge dall'esperienza personale della sottoscritta e di molti colleghi dopo i primi mesi di applicazione delle norme dopo la loro entrata in vigore.
Anzi è proprio di questi giorni una circolare della Regione Emilia Romagna che chiarisce come, in mancanza attualmente di un adeguato coortdinamento tra Comuni e Catasto, i tecnici dovranno procedere regolarmente con le variazioni catastali al termine dei lavori. Situazioni analoghe ci saranno anche nelle altre Regioni.
Dunque, il signor Tizio che ha frazionato il suo appartamento si sentirebbe rispondere dagli uffici comunali di procedere autonomamente all'accatastamento dei suoi immobili, incaricando un tecnico per tale lavoro, o di aspettare le calende greche che si provveda d'ufficio.
Del resto, senza frazionamento catastale dei due immobili essi non possono essere venduti a due differenti acquirenti.
Le novità del decreto Sblocca Italia hanno indubbiamente introdotto delle semplificazioni nel settore edilizio ma da questo breve spot non si può avere l'idea esatta della loro portata.
Innanzitutto l'assimilare gli interventi di frazionamento e accorpamento a quelli di manutenzione straordinaria rappresenta indubbiamente una semplificazione, contribuendo a snellire le procedure rispetto a quanto previsto in passato.
In secondo luogo, rientrando in questa categoria di interventi, non è più dovuto il contributo di costruzione, con una riduzione significativa degli oneri economici.
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