Da sempre la cartapesta è uno di quei materiali che consente di sperimentare a tutto tondo la propria creatività: composto da elementi semplici – acqua, carta, colla – dunque davvero facile da realizzare, essa ha origini antichissime.
Pare che tra i primi ad utilizzare un materiale polimaterico molto simile alla cartapesta furono gli antichi greci: al posto della carta c'era la fibra di lino e veniva usata già allora per realizzare le maschere utilizzate durante le commedie in teatro.
Sembra che anche gli egizi conoscessero un procedimento di realizzazione simile a quello della cartapesta per creare le maschere funebri e le decorazioni dei sarcofagi.
In Italia, dal Quattrocento in poi, la cartapesta veniva utilizzata da artisti del calibro di Michelangelo e Donatello per preparare i bozzetti delle loro opere e spesso per sperimentare nuove forme per la realizzazione delle cosiddette opere effimere, manufatti destinati ad eventi temporanei.
Il periodo di maggiore utilizzo di questo materiale fu senza dubbio l'età barocca: fu proprio allora che nacque il mestiere del cartapestaio, il quale realizzava modelli su commissione di scultori ed architetti. Un esempio tra i più noti sono i quattro angeli che ornano il baldacchino di San Pietro, realizzati da Domenico e Gregorio De Rossi su disegno di Gianlorenzo Bernini.
Oggi, se pensiamo alla cartapesta vengono subito in mente le maschere ed i carri allegorici che a Carnevale attraversano trionfalmente le strade di alcune tra le più belle città d'Italia.
Questo è l'elenco del materiale di base:
- Carta di giornale
- Colla vinilica
- Acqua
- Un catino
- Gesso o cementite, se necessario
Le tecniche più conosciute sono due, entrambe assai semplici: in ogni caso, consiglio di proteggere il piano di lavoro con una tovaglia plastificata che risulterà facile da pulire una volta terminate le fasi di lavorazione.
Se volete esprimere la vostra creatività attraverso la realizzazione di forme originali, la tecnica che prevede la macerazione della carta è senza dubbio quella che fa per voi. La carta di giornale andrà strappata in pezzi molto piccoli e regolari, possibilmente seguendo l'andamento della fibra dei fogli: man mano che strappate la carta, riponete i pezzi nel catino, precedentemente riempito con dell'acqua ed un po' di colla vinilica. A proposito dell'acqua, essa deve coprire i pezzetti di carta dunque, qualora ce ne fosse bisogno, andrà aggiunta.
Lasciate a macerare la carta per un periodo che varia a seconda del quantitativo di impasto: occorrerà poi frullarlo senza però ridurlo in poltiglia, poiché sarebbe difficile da lavorare. La consistenza ideale dunque è quella che vede un impasto grossolano, così da poter garantire una maggiore resistenza durante la lavorazione: in questo modo si eviterà l'utilizzo dello scheletro, una struttura di solito in fil di ferro o legno attorno alla quale viene costruito l'oggetto.
Fatto questo, procedete a scolare l'impasto ed a strizzarlo mettendolo in un panno pulito ed asciutto: se ritenete che la consistenza sia ancora troppo liquida, potete aggiungere del gesso o cementite. Questa tecnica è adatta alla realizzazione di statue di piccole dimensioni, ad esempio quelle del presepe, o se si utilizzano dei calchi.Se invece volete riprendere la forma di un oggetto – ad esempio una ciotola o un piatto – è consigliabile utilizzare quest'altra tecnica che non prevede la macerazione dell'impasto.
La prima cosa da fare è rivestire l'oggetto di cui si vuole riprendere la forma con della pellicola trasparente; quella che si utilizza in cucina, per intenderci, andrà benissimo. In questo modo staccare il manufatto in cartapesta sarà più semplice e non se ne rischierà la rottura.
Fatto questo, strappate il vostro giornale facendo in modo da ottenere delle strisce: in una ciotolina diluite della colla vinilica con l'acqua in parti uguali e, con un pennello piatto di medie dimensioni, passate questa miscela sulla pellicola che riveste l'oggetto. Incollatevi le strisce di carta in modo tale da coprire completamente la superfice dell'elemento: questa operazione va fatta almeno per cinque volte, quindi realizzando cinque strati di carta.Occorre adesso attendere che la cartapesta si asciughi: questo dipende dalle dimensioni dell'oggetto e dall'umidità presente nell'ambiente in cui il manufatto è posto per l'asciugatura. Non vi consiglio l'utilizzo del phon per accelerare tale processo poiché l'impasto potrebbe tirare, creando così curvature anomale ed antiestetiche grinze.
Una volta realizzata la vostra opera, ci sarebbe la fase della stuccatura, che consente di rendere la superficie omogenea e pronta per essere decorata: in realtà non sempre è necessario stuccare i manufatti, soprattutto se la forma è regolare.
Potete dunque decorare l'oggetto utilizzando della carta di riso, magari artigianale, oppure dipingendolo con i colori acrilici o utilizzando la tecnica del decoupage: non dimenticate di dare una mano di fissativo per fissare e preservare il decoro.
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