Una amministrazione comunale bandisce gara per servizi di ingegeneria ed architettura senza compenso e fissa un preoccupante precedente nel mercato professionale
In questo periodo di forte crisi economica, che si riverbera pesantemente su tutte le attività economiche e professionali, anche in vista di un provvedimento di riorganizzazione delle professioni ordinistiche da più parti invocato come elemento di liberalizzazione e di crescita economica, non è passato inosservato ai giornali ed ai mezzi di comunicazione in generale un evento a metà tra la burla e la provocazione.
Stiamo parlando di un bando per servizi di ingegneria, più specificatamente per la verifica della progettazione esecutiva dei lavori di consolidamento statico di un plesso scolastico pubblicato dal Comune di Manziana, in provincia di Roma, la cui particolarità assolutamente unica consiste nell'essere a titolo gratuito, cioè senza nessun compenso per gli aggiudicatari dell'incarico.
Essendo formalmente un atto estraneo alle procedure stabilite dal Codice degli Appalti, ha subito generato una diffida da parte dell'Ordine degli Architetti di Roma, competente per territorio, a non procedere oltre con le attività di assegnazione dell'incarico, nonché una reazione del Consiglio Nazionale degli Architetti, che con un comunicato stampa ha voluto criticare questo avvenimento, ponendo giustamente l'accento sul valore dequalificante per i professionisti di un atto amministrativo del genere.
Con serietà e al tempo stesso ironia, il CNAPPC, nel suo comunicato stampa del 25 Novembre scorso, ha posto all'attenzione di chi leggeva su come un atto del genere, in sostanza, comporti, in realtà, che l'assegnatario dell'incarico lo svolga in perdita, perché non percepirebbe alcun compenso, ruberebbe tempo, e quindi denaro, ad altre attività remunerate e dovrebbe comunque effettuare l'assicurazione civile obbligatoria a proprie spese, rimettendoci, di fatto, per poter esercitare la propria professione.
A questo punto, il CNAPPC si è giustamente chiesto se il prossimo passo non sia la redazione di bandi di incarico a cui i tecnici parteciperanno offrendo denaro di tasca propria per poter lavorare, come se le professioni riguardanti il comparto dell'Architettura e dell'Ingegneria siano ormai diventate una sorta di lusso e come tutti i lussi debbano essere pagati da chi vuole usufruirne.
Giustamente Leopoldo Freyrie, presidente del CNAPPC, fa notare come questo fatto sia solo la punta di quell'iceberg strano e sconosciuto che è il mercato degli incarichi di progettazione, ormai di fatto deregolamentato e selvaggio da tutti i punti di vista, a cui certamente non gioverà nessun intervento di liberalizzazione visto che, nella sostanza, non c'è proprio nulla da liberalizzare.
Considerato che già negli ultimi anni la prassi della assegnazione delle gare al massimo ribasso ha generato una modificazione del mercato che, di certo, non giova alla qualità delle realizzazioni ed anche ad un uso razionale delle risorse economiche pubbliche che non sia semplicemente un risparmio tout-cour, il fatto che gli attori in gioco aumentino costantemente, sia per il grande numero di nuovi laureati sia perché in Italia c'è un eccesso di sovrapposizione tra le figure professionali, il futuro di questo settore professionale non si prospetta incoraggiante affatto.
Un'ultima considerazione, semplice quanto legittima: aldilà della necessità di contenere le spese che tutte le amministrazioni comunali hanno da tempo, è evidente che una procedura amministrativa così bizzarra nascondeva qualche altra intenzione non dichiarabile, forse quella di giustificare una successiva estensione dell'incarico, di certo remunerata, altrimenti la gara sarebbe andata ovviamente deserta.