IMU doppia per anziani ricoverati

Con l'entrata in vigore della nuova Imu, gli anziani ricoverati in ospizio dovrebbero pagare il tributo come se il loro immobile di proprietà fosse una seconda casa.
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Si è diffusa in questi ultimi giorni, una notizia relativa all'imposta municipale unica, la nuova imposta pubblica sugli immobili che da quest'anno ha sostituito l'Ici, che ha veramente il sapore della beffa per tanti anziani ricoverati a vita in case di riposo e di cura e che quindi non abitano l'immobile di loro proprietà.

Infatti lo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati italiani, ha lanciato l'allarme, svelando che, dall'attenta interpretazione dell'art. 13 del Decreto Salva Italia, appare evidente che, anche chi possiede un solo immobile di sua proprietà, ma risiede in maniera permanente presso un altro domicilio, dovrà pagare l'imposta come se si trattasse di una seconda casa.

La norma è stata probabilmente pensata per coloro che risiedono permanentemente all'estero, in una sorta di vacanza tutto l'anno, ma finirà per colpire invece gli anziani che si trovino in degenza permanente. Tanto è vero che il presidente di Federcontribuenti, Carmelo Finocchiaro, si è dichiarato pronto ad una stagione di mobilitazione nazionale ad oltranza per evitare che vengano perpetrate queste ingiustizie.

Come è noto, l'aliquota prevista per le seconde case è pari quasi al doppio di quella per la prima (si tratta del 7,6 per mille al posto del 4 per mille), oltre a non godere di alcuna detrazione. A queste aliquote vanno poi aggiunte le addizionali che molto probabilmente la stragrande maggioranza dei comuni farà scattare, che possono arrivare fino al 3 per mille.

Si tratta quindi di una situazione in cui potranno trovarsi tanti anziani non autosufficienti, ricoverati in strutture socio-sanitarie ed assistenziali, pubbliche o private che, per il Fisco, è come se avessero una doppia abitazione.
In pratica i ricoverati, mentre fino a ieri erano chiaramente esonerati dal pagamento del tributo sulla casa, oggi non solo si troverebbero a non avere più alcuna esenzione, ma subirebbero un vero e proprio salasso.

Quindi, se il Governo non provvederà a correggere il tiro, emanando una norma ad hoc o, quantomeno, provvedendo a pubblicare una circolare esplicativa, per circa 300.000 anziani a giugno potrebbe arrivare una vera e propria stangata di parecchie migliaia di euro.

Infatti, secondo alcune stime fatte, il considerare gli immobili non abitati come seconda casa, porterebbe queste persone a pagare una sorta di Super Imu valutata intorno ai 1.500 o 2.000 euro in più rispetto a quanto pagherebbero per la prima casa.

Il salasso economico appare tanto più ingiusto e sgradevole se si tiene conto del fatto che questi immobili rappresentano spesso, per le persone ricoverate, una importante fonte di reddito integrativa per poter far fronte alle rette sempre più salate delle strutture assistenziali, fondamentale per chi si trova a percepire una pensione che si aggira mediamente intorno agli 800 euro mensili.

Infatti, a causa anche dei recenti tagli, mentre la retta per una struttura privata a carico dell'assistito si aggira in media intorno ai 2000 euro al mese, per le strutture pubbliche è previsto il pagamento di un ticket che comunque si aggira intorno ai 1.400 euro, come è emerso da un'altra recente indagine della Cgil.

È auspicabile quindi un chiarimento nel più breve tempo possibile, anche nella speranza che la norma sia stata così concepita per errore, altrimenti si configurerebbe come un modo per fare cassa paradossalmente proprio sulla pelle delle persone più deboli, con assoluta mancanza di sensibilità.

Un passo avanti è stato fatto con l'emendamento approvato il 17 aprile, grazie al quale i comuni avranno la facoltà di considerare l'abitazione degli anziani ricoverati come prima casa, a patto che essa non risulti locata.

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