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Scegliere quale tipo di impianto di riscaldamento sia più adatto alle proprie esigenze non è facile, perché ci sono variabili disparate da tenere in considerazione.
Ogni impianto, poi, ha pregi e difetti, non esiste la soluzione perfetta, bisogna solo individuare la migliore scelta possibile.
Scegliere un impianto di riscaldamento basato sul camino è sicuramente una soluzione economica ed ecologica, esteticamente accattivante anche se piuttosto impegnativa, sotto quest'ultimo aspetto.
Il camino, infatti, è senza dubbio una presenza accentratrice all'interno di un ambiente, non sempre è dunque facile allestirvi intorno un arredamento che ne sottolinei l'importanza, ma che allo stesso tempo non lo sovrasti o, di contro, non scompaia schiacciato dalla sua presenza ingombrante.
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Dal punto di vista della resa termica, però, questa è una delle soluzioni meno efficaci, senza contare la non sempre agevole manutenzione.
Sto parlando, evidentemente, del classico camino a legna.
Diverso è il discorso se si prende in considerazione il termocamino, che sfrutta l'energia termica di recupero per riscaldare l'acqua di alimentazione dell'impianto di riscaldamento per tutta l'abitazione.
Il riscaldamento a pavimento è il sistema attualmente più gettonato nelle nuove costruzioni, soprattutto quelle prefabbricate in legno in bioedilizia. Non solo.
L'attenzione verso questa tipologia di impianto si sta facendo sempre più viva anche in caso di ristrutturazioni.
Non mi dilungo sull'ottimo rapporto costi/benefici di una soluzione del genere, in quanto l'argomento è stato ampiamente trattato in più occasioni.
Mi basta solo ricordare che, per impianti del genere, la temperatura di esercizio è di 30°-35° circa, con un bel risparmio in termini di consumi energetici, senza contare gli ulteriori vantaggi, in questo senso, nel caso di sfruttamento di fonti energetiche alternative per alimentare tali impianti.
L'altro punto a favore, nel caso di impianto a pavimento, sta proprio nelle modalità di propagazione del calore, per irraggiamento, che permette una temperatura costante in tutto l'ambiente, senza effetto testa calda-piedi freddi che spesso accade con il classico sistema a radiatori a parete.
I termosifoni, infatti, basano l'effetto riscaldante sul sistema a convezione, per cui si formano dei moti convettivi continui che portano l'aria riscaldata verso l'alto, sostituita via via da altra aria riscaldata, in maniera costante.
In questo modo la temperatura di esercizio, in questo caso, non può scendere al di sotto dei 70°, per assicurare almeno 20° di temperatura nella zona centrale dell'ambiente (in una linea di valori verticale) mentre ci saranno circa 24° nella zona del soffitto, con un evidente, notevole, spreco di energia, oltre ad un continuo movimento di polveri nell'aria.
Da non sottovalutare, tra l'altro, il vantaggio di avere le pareti libere da poter arredare, senza ingombri, e la possibilità, grazie alle moderne tecniche di posa e ai nuovi sistemi e materiali adottati, di avere spessori minimi, molto utili in caso di ristrutturazioni.
Rappresentano una variante alternativa ai sistemi a pavimento.
Il riscaldamento a parete si basa sullo stesso principio di propagazione mediante irraggiamento, come nel caso del sistema a pavimento, ma è un po' più vincolante per quanto riguarda la posizione di eventuali mobili sulle pareti.
Il sistema a battiscopa è più economico rispetto ad un impianto a pavimento, ed è una scelta conveniente soprattutto in caso di ristrutturazione poco invasiva.
Dal momento che il principio di propagazione è sempre quello per irraggiamento, il calore riscalda la parete per poi essere ceduto all'ambiente, quindi anche in questo caso c'è qualche vincolo in più rispetto al tipo di arredamento da adottare.
Anche il tipo di alimentazione, nel caso di scelta di un impianto di riscaldamento, implica una riflessione attenta, se vogliamo considerare il miglior rapporto costi/benefici a breve e a lungo termine.
Sia se parliamo di caldaia per alimentazione dell'impianto, sia se parliamo di caminetti o stufe, è ovvio che, a volte, un vantaggio di costo iniziale apparentemente conveniente si rivela nel tempo illusorio per gli alti costi di manutenzione o di esercizio, così come vale anche il contrario.
È indubbio lo svantaggio economico di impianti con alimentazione a GPL o metano, rispetto a quelli alimentati a pellets o legna (sicuramente il tipo di combustibile più conveniente in assoluto).
Senza tenere conto della scelta estetica di un camino o una stufa a legna, con tutto il calore che ne deriva, (e non mi riferisco alla resa termica…).
Va considerato, però, lo svantaggio di una manutenzione piuttosto impegnativa, dovuta al fatto di dover pensare ad un luogo dove tenere la legna, all'azione continua (fisicamente parlando) di approvvigionamento del combustibile, ai lavori di pulizia che tale tipologia di impianto comporta.
Sicuramente, a parità di resa, un impianto a pellets risulterebbe più conveniente e sicuramente meno impegnativo.Nel caso di impianti per riscaldamento a pannelli radianti, l'ideale sarebbe scegliere quelli che sfruttano energie alternative, per abbassare ulteriormente i costi di esercizio.
Anche l'uso di caldaie a condensazione può far risparmiare in maniera concreta, grazie alla maggiore resa termica data dal recupero del calore dei fumi.
Insomma, sono tanti gli argomenti da tenere in considerazione, l'importante è non fermarsi alla prima soluzione, magari quella che sembra la più ovvia e conveniente. Andate oltre, forse ce n'è un'altra che non avreste mai considerato perché sembrava la più costosa.
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