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Tra i numerosi sistemi per il risparmio energetico e il rispetto dell'ambiente, annoveriamo, tra gli altri, anche la realizzazione di giardini pensili, ossia solai di copertura o pareti verticali adibiti a ospitare del verde: sicuramente il più diffuso, per maggiore semplicità nella realizzazione, è il giardino pensile orizzontale, chiamato per questo anche tetto giardino.
È considerato un importante intervento urbano dal punto di vista della bioclimatica, in quanto presenta numerosi aspetti positivi.
In Germania, ad esempio, si stima che il 10% dei tetti sia verde e la tendenza è in crescente evoluzione. Vediamo, però, come realizzarlo a regola d'arte, per evitare di trasformare una risorsa in una problematica.
Il primo step da rispettare prima di cimentarsi nella realizzazione del giardino pensile è quello di verificare lo stato del solaio e le sue caratteristiche prestazionali: ciò si traduce in una consulenza di un professionista che si assicuri della tenuta ai nuovi pesi.
Che si tratti di una nuova costruzione o di un solaio esistente, questo dovrà essere in grado di sopportare il peso del terriccio, dei nuovi strati di tenuta e delle piante che si metteranno a dimora, considerando anche il peso dell'acqua indispensabile per la crescita di queste ultime.
Quindi non avventuriamoci in questo nuovo progetto senza uno studio preliminare di un tecnico.
La successione degli strati che compongono il terrazzo pensile adatto a colture, quando cioè non si tratta di semplice interramento, devono ricreare le condizioni ideali per lo sviluppo delle piante: per questo non basta solo un buon terreno ma una successione di strati che hanno il compito di alimentare le piante, di fornire il sostegno, di assorbire e di drenare l'acqua, il tutto contenuto e controllato dalla membrana impermeabilizzante che dovrà essere resistente all'aggressione delle radici.
Questa è la fase più importante del progetto perché eventuali percolazioni di acqua sarebbero molto difficili e onerose da sanare.
Nelle membrane tradizionali la resistenza antiradice è svolta da barriere fisiche, lamine metalliche o film plastici dello spessore di pochi decimi di millimetro inseriti come armatura del foglio, ma lungo le sovrapposizioni di tali membrane la protezione antiradice risulta necessariamente interrotta in quanto le armature sono solo sovrapposte e la continuità del manto è data solo dalla massa impermeabilizzante che le ricopre.
È possibile, quindi, che le radici si infilino tra le sovrapposizioni delle membrane tradizionali perforandole.
Per questi motivi è importante, per una copertura verde del tetto, scegliere una membrana con certificazione di resistenza alle radici; Defend Antiradice di INDEX Spa è una di queste: è costituita da un'armatura resistente elastica in tessuto non tessuto di poliestere, impregnata e rivestita con una massa impermeabile di bitume distillato, additivata con uno speciale prodotto antiradice, specifico per l'impiego nel bitume e resistente al calore.
Lo dimostrano i test antiradice condotti secondo norme DIN 4062 e UNI 8202.
In alternativa, è possibile scegliere Antiradice Pe di Polyglass, membrana elastoplastomerica impermeabile prefabbricata, ad elevate prestazioni, costituita da un compound a base di bitume distillato, modificato con polipropilene e da un'armatura in tessuto non tessuto di poliestere da fiocco di elevata grammatura, rinforzato e stabilizzato con fili di vetro longitudinali.
Questa particolare armatura, oltre al pregio di essere imputrescibile, conferisce alle membrane eccellenti caratteristiche meccaniche, di allungamento alla rottura, di resistenza al punzonamento e stabilità dimensionale. Il compound è additivato con Preventol® B2 della Lanxess, un prodotto che agisce da barriera chimica contro la perforazione della membrana da parte delle radici vegetali, garantendone l'impermeabilità.
Associato alla guaina è il telo in poliestere che sarà poi sormontato da uno strato drenante composto da ghiaia e piccoli ciottoli; infine un telo di tessuto non tessuto consentirà la permeabilità dell'acqua.
A finire il tutto sarà steso del terriccio sul quale verranno messe a dimora le piante scelte: per i giardini pensili esistono in commercio terricci dal peso contenuto, proprio per evitare sovraccarichi della struttura.
Veniamo alla fase della scelta di piante e/o arbusti per il proprio tetto verde.
Partiamo specificando che non esistono essenze o tipi di piante più o meno adatte ad un giardino pensile: tutto dipende dalla latitudine alla quale vengono messe a dimora, quindi dal clima al quale sono esposte. Nel nostro Paese non esiste una norma che regoli la piantumazione degli alberi nei giardini pensili: ci si deve far guidare da praticità e grado di manutenzione.
Le succulente sono, ad esempio, molto resistenti: crescono rigogliose in qualunque condizione. È possibile scegliere anche piante erbacee fiorite o piccoli arbusti in grado di cambiare con il susseguirsi delle stagioni, contribuendo quindi alla bellezza delle nostre città: alberi da frutto, pruni, rampicanti, etc.
Potremmo, inoltre, pensare di mettere a dimora delle piante aromatiche: ecco che la nostra copertura diventa un piccolo orto profumato da cui attingere per la cucina.
Insomma, la scelta è più che variegata, basta porre solo attenzione all'apparato radicale degli stessi, nonché all'interazione tra le varietà scelte.
Anche per la progettazione di questi spazi è possibile rivolgersi ad esperti nel campo, come ad esempio architetti paesaggisti che sapranno consigliare le scelte più opportune in ambito botanico, nonché suggerire gli arredi da esterno perfetti per godere al meglio lo spazio.
Per una lunga durata del tetto a giardino è importante assicurare una corretta irrigazione soprattutto nel primo periodo, verificando il perfetto attecchimento delle specie.
Se le stagioni saranno miti, probabilmente non sarà necessario irrigare, perché l'acqua piovana sarà sufficiente: in caso contrario, in periodi di siccità, sarà necessario provvedere con una irrigazione di tipo manuale o con un sistema automatico.
È importante, infine, potare e concimare quando necessario, proprio come si farebbe in un comune giardino.
A testimoniare l'importanza dell'impatto positivo sull'ambiente di aree destinate a verde, fino al 31 dicembre 2018, lo Stato prevede la possibilità di detrarre il 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte, nonché per la realizzazione di verde pensile.
Si tratta del Bonus verde, ossia della detrazione Irpef delle spese sostenute, fino a un limite massimo di € 5.000,00 per unità immobiliare.
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