Ribasso del prezzo del gas: in europa scatta la corsa per fare riserve
Scende il prezzo del gas. Le contrattazioni ad Amsterdam, al Ttf olandese, principale hub europeo, sono terminate in flessione del 5,2% a 83,2 euro al megawattora, su valori ben inferiori rispetto a quelli del 23 febbraio 2022, giorno antecedente l'invasione della Russia in Ucraina.

Il gas ha quindi cancellato il rialzo di prezzo accumulato in 3 mesi di guerra in Ucraina. Il combustibile costa comunque ancora caro.
Siamo infatti a una cifra che è quattro volte più cara rispetto a un anno fa. Tuttavia, lo scorso 23 febbraio, alla vigilia dello scoppio della guerra, aveva chiuso a 87,5 euro/MWh e durante la seduta del 7 marzo si era impennato al picco record di 345 euro.
I prezzi sono scesi ai minimi da tre mesi a questa parte. È quindi iniziata la corsa dei Paesi europei a riempire gli stoccaggi.
Corsa che sta portando le riserve sui livelli prossimi alla media stagionale. L'Italia, ad esempio, ha portato il livello di riempimento dei suoi depositi al 46%, con una crescita di circa mezzo punto percentuale al giorno. Per poter affrontare l'inverno e i picchi di domanda occorre raggiungere il 90% entro l'arrivo dell'autunno.
Nel frattempo, la Germania, altro grande consumatore europeo di gas russo, ha portato il livello di stoccaggio al 44% della capacità. La Polonia è al 90% mentre la Spagna al 65%. Ad oggi, la media dei paesi Ue corrisponde al 42,6%.
In questo quadro, restano scarsi i flussi in arrivo dalla Russia: 0,4 milioni di metri cuba l'ora, che corrispondono a circa un quinto del normale.
Ciò accade non tanto per volontà di Mosca, quanto piuttosto a causa di alcune interruzioni sui gasdotti che attraversano l'Ucraina.
Proprio in data odierna, la Gazprom, il colosso statale russo, ha comunicato che i flussi di gas attraverso l'Ucraina passano attraverso Sudzha, a seguito dello stop al transito tramite Sokhranvka. Sempre la Gazprom, ha poi fatto sapere che il transito di gas attraverso l'Ucraina si attesta attorno a 43 milioni di metri cubi al giorno.
Al contrario, sono invece in lieve rialzo i prezzi del petrolio. Il brent, greggio di riferimento per il mercato europeo, viene scambiato a 113 dollari al barile, ovvero, 17 dollari in meno rispetto al picco raggiunto lo scorso 8 marzo.
Siamo comunque a circa il doppio rispetto a un anno fa.