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Fotovoltaico condiviso: la soluzione per il prossimo inverno?

Le comunità energetiche rinnovabili rappresenterebbero una valida soluzione contro il caro bollette. Il processo è rallentato dalla mancanza di una normativa
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Il Mite promette una normativa chiara sulle comunità energetiche entro la fine dell'anno


Le comunità energetiche rinnovabili sono associazioni di utenti che condividono l'energia da essi stessi prodotta, tramite una fonte rinnovabile, così da coprire il loro fabbisogno energetico, indipendentemente dalla connessione fisica agli impianti di produzione.

I vantaggi sono molteplici. In particolare:


  • i singoli utenti non pagano l'energia prodotta dai loro impianti
  • per ogni kilowattora prodotta e condivisa tra i vari membri della comunità ricevono un incentivo statale
  • se immettono energia in surplus nella rete nazionale vengono ripagati sulla base dei prezzi correnti



A fronte anche dell'attuale fortissima impennata dei prezzi di gas e luce, è fuor di dubbio che le comunità energetiche rappresentino una soluzione alquanto allettante per fronteggiare il prossimo inverno.

Sindaci e cittadini hanno una gran voglia di costituire queste comunità.


le comunità energetiche rinnovabili rappreseterebbero una valida soluzione per fronteggiare il rincaro di luce e gas

Nonostante ciò, però, si tratta di una soluzione che ancora stenta a decollare. Dal 2019, infatti, il Gse (Gestore dei servizi energetici) ha censito solamente 35 comunità. Tra l'altro, si tratta di impianti dalle dimensioni contenute e con poche decine di kilowatt dal momento che la normativa vigente sul tema ha un limite di potenza di 200 kilowatt.

Il problema di fondo sta nella mancanza di una normativa che dovrebbe definire regole e incentivi.

Dopo l'emanazione della direttiva Red II da parte dell'Europa, nel 2019, l'Italia s'è affrettata a recepire la parte della direttiva che prevedeva le comunità energetiche a fine 2019, ma con enormi limiti di potenza degli impianti ed altrettanto enormi distanze fisiche tra i vari membri.

Alla fine di dicembre 2021, poi, la suddetta direttiva è stata recepita per intero, concedendo così ampio respiro alle comunità energetiche (decreto legislativo n. 199 in data 8 novembre 2021). Tuttavia, non si è dato seguito all'approvazione dei decreti attuativi né, tanto meno, sono state fissate le tabelle degli incentivi.

Sulla questione, il Mite (Ministero per la transizione ecologica) è al lavoro insieme ad Arera (l'Autorità di regolazione per l'energia e le reti). Questo è quanto afferma Valeria Amendola, direttrice generale della sezione approvvigionamento, efficienza e competitività energetica del Mite. La stessa, che dice di essere fiduciosa, garantisce che per la fine del corrente anno le norme saranno complete e verrà indicato anche l'ammontare degli incentivi.

Tra l'altro, è bene ricordare che, in tema comunità energetiche, il Pnrr ha predisposto finanziamenti per 2,2 miliardi di euro per i comuni con meno di 5mila abitanti.


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