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Pubblicata finalmente, da parte della Commissione Europea, la guida per la collocazione di parchi eolici in aree naturali protette. Tale pubblicazione si rendeva necessaria per evitare eventuali contrasti tra conservazione di specie protette e nuovi impianti eolici installati nelle zone di Natura 2000.
Quet'ultima è una rete costituita da quasi 26.000 siti presenti in Europa, per una percentuale di territorio UE pari al 18%. Questi siti comprendono sia zone di interesse paesaggistico, sia di importanza per presenza di specie protette. (natura2000.eea.europa.eu/)
In sostanza, si offrono delle linee guida con esempi di buona pratica che mostrano tutto ciò da fare o da evitare per far sì che questi impianti abbiano un impatto che sia il meno dannoso possibile su queste aree sensibili.
Tutto ciò serve non solo a salvaguardare natura e ambiente, ma, alla lunga, evita difficoltà e ritardi nell'attuazione dei progetti.
L'Unione Europea, nel 2008, ha stilato un ambizioso programma per incentivare studi e progetti attuativi sulle energie rinnovabili, di pari passo con le ricerche sulle variazioni climatiche.
In base a quelle prime linee programmatiche, i 27 Paesi membri UE hanno tempo fino al 2020 per tagliare le emissioni di gas nocivi del 20%, ed incrementare fino al 20% la quota di energie rinnovabili, sul totale dell'energia prodotta in Europa.
Ovviamente, come energia pulita e rinnovabile, quella eolica è destinata a rappresentare una quota significativa di quel 20%. Se già nel 2008 tale quota rappresentava circa il 4,8% del totale energia in Europa, conservando tale ritmo di incremento, si presume che tale percentuale si triplichi nel 2020.
Tutto ciò comporta però un proliferare di installazioni di parchi eolici che necessariamente dovrà essere regolato da norme che tengano conto delle leggi europee in materia di salvaguardia ambientale.
È provato, infatti, che, se in generale l'energia eolica è un'energia pulita, quindi non danneggia l'ambiente, sono i parchi eolici, se costruiti in maniera selvaggia, a costituire una seria minaccia alle specie vulnerabili, soprattutto uccelli.
Questa guida serve dunque a mettere ordine e si focalizza in particolare sulle procedure da seguire per una corretta progettazione di queste aree.
In particolare, se le direttive generali non vietano, a priori, la costruzione di parchi eolici vicino ai siti di Natura 2000, queste nuove norme consigliano di verificare caso per caso.
Sono quindi rivolte ad amministratori, consulenti, progettisti, e tutti i soggetti coinvolti. Nascono da tutta una serie di studi da parte di commissioni ad hoc, esperte in materia di energia rinnovabile, ma anche società ed organizzazioni che si occupano di salvaguardia ambientale, con il contributo di tutti gli Stati membri UE.
Per sua natura, questo documento non produce vincoli legislativi, ma piuttosto si affianca alle leggi già esistenti in materia, per meglio interpretarle e per fare da stimolo a future norme in materia progettuale.
In particolare, questa guida si accerta che ogni applicazione in materia di energia eolica non vada a cozzare con le Direttive europee sulla salvaguardia degli Ecosistemi in generale, di quelli degli Uccelli in particolare, (Habitats and Birds Directives), quando si tratta di localizzare un impianto eolico vicino ad un sito di Natura 2000.
Le Direttive focalizzano la loro azione alla salvaguardia di circa 500 specie diverse di uccelli (Art. 5), oltre 1000 animali (Art. 12) e piante (Art. 13) in via d'estinzione, e 230 tipologie di habitat naturali rari e minacciati di scomparire, benchè il patrimonio europeo sia di gran lunga superiore.
La Guida è strutturata in 5 capitoli. Nel capitolo 1 si fa una panoramica sullo sviluppo in Europa delle politiche energetiche e di quella eolica in particolare.
Nel secondo capitolo si parla delle politiche e delle leggi europee in tema di salvaguardia delle biodiversità. È, questo, un argomento che occupa il primo posto, insieme ai cambiamenti climatici e lo studio per energie alternative.
Tutti gli Stati membri lavorano ad un comune tavolo per proteggere ed assicurare la sopravvivenza di specie animali in via di estinzione e dei loro habitat.
Da qui la creazione di Natura 2000 Network, tuttora in fase di completamento, benchè comprenda, appunto, già 26.000 siti.
Ogni progetto di parco eolico sarà soggetto, in fase preliminare, ad analisi che ne considerino, di volta in volta, la pericolosità o meno, rispetto al luogo di costruzione, in modo che le Direttive siano rispettate.
Si eviterà, ad esempio, di danneggiare in qualche modo i nidi o le uova degli uccelli, oppure di disturbarne le vie di migrazione.
Importante far notare che questi siti individuati nel network, non sono delle riserve che escludono attività umane, ragione per cui queste attività, inclusa la realizzazione di parchi eolici, deve essere regolamentata.
Nel terzo capitolo si considerano tutti i contributi scientifici riguardanti gli studi sui potenziali impatti che gli sviluppi dell'energia eolica possano avere su specie particolari quali uccelli, pipistrelli, mammiferi marini, o habitat quali le paludi.
Il capitolo 4 esamina i benefici derivanti da una corretta strategia di pianificazione per la costruzione di parchi eolici, vista come unico mezzo per un'efficiente politica energetica, che non vada a creare conflitti in materia di salvaguardia ambientale.
A questo proposito, si portano vari esempi di come questo tema sia stato positivamente affrontato e risolto in alcuni stati europei.
Il capitolo 5 entra nel merito di tutto ciò, dando consigli e procedure pratiche da seguire affinchè tutta la teoria non rimanga tale. Quest'ultimo capitolo, in particolare, è dedicato ai soggetti operativi del progetto, quali tecnici, studiosi del sito, amministrazioni locali e centrali.
ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/management/docs/Wind_farms.pdf
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