Tra le ipotesi, il razionamento dell'acqua
È allarme siccità. Federico Caner, Assessore veneto all'Agricoltura, ha comunicato la volontà da parte delle Regioni di chiedere lo stato di emergenza al Governo.
Scopo principale è destinare le risorse idriche principalmente per l'utilizzo umano e agricolo. I rappresentanti regionali vorrebbero inoltre chiedere di mettere a disposizione le risorse del Pnrr per la creazione di nuovi invasi.
Negli ultimi giorni, complice anche il caldo record (con punte fino a 40 °C in alcune zone), la situazione si è aggravata.
Dall'ultimo monitoraggio effettuato dalla Coldiretti sulla situazione del fiume Po, presso il Ponte della Becca (Pavia), emerge un quadro altamente critico. Stando a tali valori, il livello del Po sarebbe a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico.
Per prima cosa, la siccità crea un forte danno all'agricoltura perché colpisce tutti i raccolti. L'assenza di acqua in Pianura Padana minaccia più del 30% dell'intera produzione agricola italiana.
L'Autorità di bacino del Po ha già annunciato l'allarme rosso. Il lago Maggiore, principale magazzino ed essenziale risorsa per il Po, è soltanto al 24% della sua capacità di invaso. Migliore la situazione del lago di Garda che rimane al 60% della sua capacità di riempimento.
Emergenza siccità: la situaizone delle varie Regioni
Il Centro Nord sta affrontando la situazione più grave. Numerosi i Comuni che hanno messo in atto misure di razionamento dell'acqua.
La Lombardia è una delle regioni che sta risentendo di più dell'attuale fenomeno. Il Presidente Attilio Fontana ha comunque rassicurato tutti dicendo che la situazione non è ancora giunta a un punto critico. È tuttavia fortemente consigliato evitare sprechi e ridurre l'uso dell'acqua al minimo indispensabile.
In Emilia Romagna è stato decretato lo stato di calamità. Fino al prossimo 30 settembre, a Bologna sarà in vigore un'ordinanza con cui si vieta lo spreco di acqua potabile per uso non domestico.
In Piemonte è stato decretato l'allarme rosso. La Regione si è quindi rivolta in cerca di aiuto alla Valle d'Aosta che, a sua volta, sta affrontando la medesima emergenza. Lì, infatti, si rilevano temperature elevatissime anche a quota 4.000 metri e i nevai sono già sciolti.
Al momento, la situazione è un po' meno critica al Centro. Anche se Arno e Tevere sono in grande sofferenza per la mancanza prolungata di piogge. Nelle prossime ore dovrebbe essere proclamato lo stato di calamità in Lazio, più che altro a titolo preventivo.