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Qualcuno ha la fortuna di avere parenti o amici col pollice verde disponibili a prendersi cura delle piante mentre si è in ferie, qualcun altro invece no.
Ci sono allora altre soluzioni.
Una, ad esempio, è trovare un plant-sitter, ossia una persona qualificata e con esperienza pagata per svolgere il lavoro al posto nostro.
Non tutti, però, si fidano a consegnare le chiavi di casa ad uno sconosciuto o semi-sconosciuto.
Pertanto si mostra necessario escogitare metodi alternativi.
Per coloro che si allontanano spesso da casa per più giorni, il primo consiglio è evitare di tenere piante delicate che necessitano di molte cure o di annaffiature frequenti.
Ci sono infatti varie specie rustiche che sono in grado di abbellire gli ambienti alla stregua di tutte le altre.
Ricordiamo ad esempio i vari tipi di cactus, oppure la zamia (Zamioculcas zamiifolia), una pianta grassa originaria della Tanzania, che va annaffiata solo una volta a settimana.
Se invece abbiamo già in casa altre specie, cerchiamo di capire quali sono le precauzioni da prendere prima della partenza qualora le piante debbano restare sole.
I consigli che vedremo nei prossimi paragrafi sono validi per tempi di assenza non superiori a tre settimane, sia per quanto riguarda i metodi di irrigazione, che per questioni relative all'illuminazione solare.
Se prevediamo di stare via per più tempo, sarà davvero opportuno che qualcuno faccia una visita a casa, almeno nel periodo successivo ai primi venti giorni.
Se le piante si trovano all'interno dell'abitazione cercate di non lasciarle completamente al buio, ma trovate una posizione in cui prendano almeno un po' di luce. In caso di vacanze non superiori a tre settimane, la penombra potrebbe essere utile alle piante che in genere teniamo in zone molto luminose al fine di rallentare i processi vitali e quindi il consumo d'acqua.
Questa soluzione non è da applicare per periodi più lunghi, poiché la pianta ne potrebbe soffrire.
Tenderebbe ad allungare il fusto alla ricerca dei raggi solari e perderebbe il suo verde brillante, facendo tendere il suo colore al giallo.
Le piante sul balcone vanno invece addossate l'una all'altra, possibilmente nel punto più in ombra. In tal modo piante alte e basse si aiuteranno a vicenda. Quelle di dimensioni maggiori proietteranno la loro ombra su quelle più piccole, mentre queste ultime proteggeranno il terreno delle prime preservandone l'umidità.
Per assicurare alle piante un clima sufficientemente umido, è bene lasciare delle bacinelle piene d'acqua nelle zone a loro più prossime. L'aria umida tenderà così ad evitare un'eccessiva traspirazione e, di conseguenza, il consumo di acqua di irrigazione.
Per le piante coltivate in idroponica si procede semplicemente a rabboccare il vaso prima della partenza. Anche nel caso in cui la vacanza non superi i quattro giorni, è sufficiente annaffiare in abbondanza.
Se invece la vacanza dura di più, allora sarà utile prevedere una riserva d'acqua.
Ce ne sono di diverse tipologie.
Quella più banale e semplice è la classica bottiglia riempita d'acqua e collocata nel terreno a testa in giù.
Oltre a questa potrete utilizzare sistemi più complessi, ma sempre attuabili col fai da te.
Il sifone comunicante si realizza collocando una bacinella riempita d'acqua vicino alle piante ad un'altezza superiore a quella dei vasi.
Si prendono poi degli stoppini molto lunghi (quelli delle candele per intenderci) oppure delle strisce di stuoia filtrante reperibili da un vivaista o ancor più semplicemente dei fili di lana intrecciati fra loro e, una volta inumiditi, si posizionano da un lato sul fondo della bacinella e dall'altro qualche centimetro all'interno della terra. In questo modo si assicurerà un costante approvvigionamento d'acqua alle piante.
Ci sono poi i vasi autoannaffianti, che dispongono di un'intercapedine per la riserva d'acqua, che viene rilasciata gradualmente per mezzo di stoppini o particolari membrane.
In tal caso è però necessario travasare tutte le piante i giorni precedenti alla partenza.
C'è poi l'acqua gel, composta da fibre naturali (cellulosa) e acqua demineralizzata, che si presenta in flaconcini da inserire nel terreno esattamente come nel metodo della bottiglia rovesciata.
Infine, con qualche soldo in più, si possono studiare degli appositi sistemi di irrigazione a goccia, muniti di un programmatore in grado di stabilire in modo personalizzato la quantità esatta e la frequenza delle irrigazioni giornaliere.
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