Piano emergenza Italia: ecco cosa prevede
Il Governo Draghi non sta con le mani in mano.
In caso di tagli alle forniture di gas, è già stato previsto un Piano d'emergenza che scatterà solo in una situazione di estrema emergenza. Tra i vari accorgimenti, sono previsti interventi riguardanti riscaldamento, illuminazione e aria condizionata, nonché il coprifuoco per i negozi (19:00) e i locali (23:00).
Non tutto verrà attuato subito. Il Piano d'emergenza prevede infatti più step, da mettere in atto in base alle varie necessità ed evenienze. Ma vediamo nel dettaglio in cosa consisterebbe questa politica di Austerity.

Anzitutto, è previsto un maggior utilizzo dell'energia che proviene dal carbone.
Per quanto riguarda i privati cittadini, in estate potrebbe arrivare un limite circa l'utilizzo dell'aria condizionata in casa fino a 27 °C, e una riduzione della temperatura nelle case durante l'inverno.
Si parla anche di un taglio dell'illuminazione, che potrebbe riguardare in primis gli illuminamenti esterni delle case private e quelli dei condomini.
Per quanto riguarda l'illuminazione pubblica, il taglio potrebbe arrivare fino al 40%. Ciò significa che, durante la notte, soltanto un lampione su due resterà acceso. Per casi davvero estremi, si è pensato di ridurre l'orario degli Uffici Pubblici alle ore 17:30.
In parte, questa forma di austerity è già scattata. Dal 1° maggio scorso, infatti, e fino al prossimo 30 aprile 2023, le temperature degli Uffici Pubblici non potranno superare i 19 °C in inverno, mentre in estate non possono scendere al di sotto dei 27 °C.
Un ulteriore passo previsto tra le varie voci del Piano emergenza sarebbe il coprifuoco dei locali e dei negozi. Stando a quanto disposto, gli esercizi commerciali – ivi compresi quelli che vendono beni alimentari - dovrebbero chiudere alle ore 19:00.
Tale limite non è valido solo per le farmacie.
Per quanto invece attiene i locali pubblici, intesi come bar, ristoranti, pub e discoteche, questi potranno rimanere aperti fino alle ore 23:00. Il Piano emergenza prevede inoltre anche l'interruzione delle forniture, per un periodo di tempo limitato, alle industrie più energivore, come acciaierie e cementifici.
Infine, se fosse necessario, si potrà poi far anche ricorso alle riserve strategiche presenti negli stoccaggi, ossia, i depositi dove gli operatori immagazzinano il gas in estate, per rivenderlo poi sul mercato durante l'inverno.