Condono edilizio: quando e come ottenere la sanatoria , il caso studio
Quando si parla di condono edilizio, la Legge impone che per poter ottenere la sanatoria, è necessario ultimare la costruzione abusiva in oggetto entro le date limite indicate dalla legge.
Ma, più nello specifico, quando una costruzione si può definire ultimata?
La sentenza 33083/2021 emessa dalla Corte di Cassazione chiarisce ogni dubbio in tal senso. In tale sentenza, i Giudici hanno infatti spiegato quali sono tutte le condizioni per evitare la demolizione dell'immobile.
Il caso specifico sottoposto ai Giudici riguardava la realizzazione di un immobile abusivo.
Il responsabile aveva chiesto - e ottenuto – il condono edilizio al fine di evitare la demolizione. Tuttavia, la Corte d'Appello ha ritenuto tale condono non legittimo poiché le opere sanate non erano state ultimate entro la data del 31 dicembre 1993, ovvero la data limite per poter usufruire del secondo condono edilizio, come disposto dalla Legge 724/1994.

Stando a quanto espresso dalla Corte d'Appello, ne consegue che indipendentemente dalla cubatura realizzata senza alcun permesso, la volumetria non poteva essere assentita in sede amministrativa.
In tempi più recenti, ha affrontato la medesima questione la Cassazione, arrivando a conclusioni ben diverse.
Secondo i Giudici della Cassazione, infatti, la Corte d'Appello è arrivata a una conclusione errata. Ciò è accaduto in quanto è partita dal presupposto che una costruzione possa essere considerata ultimata solo nel momento in cui tutti i lavori edili - comprese le rifiniture esterne - siano ultimati. La struttura in oggetto, invece, si presentava al grezzo.
La Cassazione ritiene invece che per ottenere il condono è sufficiente che ad essere completati siano la copertura e il tamponamento delle mura perimetrali. Non è quindi necessario che siano state realizzate anche le finiture.
Inoltre, la Cassazione ha anche aggiunto che la Corte d'Appello non aveva tenuto in considerazione i verbali del sopralluogo, dai quali emergeva in maniera chiara che l'immobile era già dotato delle strutture essenziali, comprendenti copertura, servizi e mura perimetrali.
Sulla base dei motivi sopra esposti, la Cassazione ha quindi accolto il ricorso del responsabile dell'abuso ed annullato l'ordine di demolizione.