Una delle principali norme di riferimento per l'illuminazione di tutti i tipi di ambienti è la UNI 10380, che sostanzialmente descrive i valori medi di illuminamento e fornisce indicazioni per il controllo dell'abbagliamento, entrambi fattori determinanti per il comfort di un ambiente.
Generalmente i valori di illuminamento si considerano in corrispondenza di determinati piani di riferimento a seconda dell'ambiente considerato, dove il piano di riferimento può essere quello corrispondente all'altezza di un tavolo o di una scrivania, generalmente a circa 90 cm dal pavimento, o lo stesso piano del pavimento per quanto riguarda le zone di transito o passaggio quali ingressi, disimpegni, corridoi e simili.
Oltre ai valori medi di riferimento, ai fini del comfort visivo il rapporto tra l'illuminamento minimo e quello medio, in un ambiente, non deve essere inferiore a 0,8; il valore medio in un ambiente non deve essere inferiore ad un terzo del valore medio in corrispondenza del compito visivo nello stesso ambiente; inoltre, per gli ambienti adiacenti il rapporto tra il valore medio dell'ambiente più illuminato e quello dell'ambiente meno illuminato non deve essere superiore a 5; invece, l'uniformità di illuminazione in uno stesso ambiente si ottiene con un rapporto tra l'illuminamento minimo e quello massimo non particolarmente basso, generalmente superiore 0,15. Sono facilmente reperibili in commercio dei luxometri digitali, con costi dell'ordine dei 100€, con i quali poter verificare, semplicemente, i suddetti parametri nella propria casa.
Progetto di illuminazione
Un progetto di massima per un impianto di illuminazione può essere realizzato con il metodo del flusso totale che esprime il numero di lampade necessarie per ottenere un determinato valore di illuminamento, indicato dalle norme, come il rapporto tra varie quantità: numero lampade = (ExAxD)/(FxU), con E che esprime l'illuminamento in lux, A l'area in metri quadri dell'ambiente, F il flusso luminoso delle lampade scelte, D il fattore di deprezzamento delle lampade ed U il fattore di manutenzione delle lampade.
La stima dei fattori di utilizzazione e di deprezzamento non è immediata e dipende da molti altri fattori.
Il fattore di deprezzamento D tiene conto della riduzione del flusso luminoso emesso dalle lampade durante la loro esistenza, del degrado delle caratteristiche ottiche degli apparecchi e degli effetti deleteri della polvere; tiene conto, inoltre, del degrado delle vernici delle pareti, che lede le capacità di riflessione delle stesse pareti degli ambienti da illuminare.
Il fattore di deprezzamento per l'illuminazione degli ambienti domestici generalmente assume un valore compreso tra 1,25 ed 1,70.
Il fattore U di utilizzazione è fornito indirettamente dal costruttore della lampada, generalmente, attraverso una serie di tabelle che ne semplificano il calcolo, dipendente dall'apparecchio di illuminazione e dalle caratteristiche dell'ambiente da illuminare.
Le case produttrici, di apparecchi di illuminazione, mettono a disposizione dei software spesso semplici da utilizzare, già settati per l'utilizzo dei prodotti della specifica casa, i quali possono dare delle discrete indicazioni in termini progettuali.
In generale nelle sale da pranzo e/o soggiorni sono sufficienti valori di illuminamento sul piano di riferimento dell'ordine di 150 lux, con la possibilità di regolazione in prossimità delle televisioni; per le zone tipo uffici e studi, i valori consigliati sui piani di riferimento, per i compiti visivi, sono dell'ordine di 300 lux con valori inferiori nelle aree circostanti; simili valori possono essere adottati nelle cucine e nei bagni, mentre nelle camere da letto in genere si considerano valori più contenuti, dell'ordine medio di 150 lux.
La tonalità delle luci è in genere un parametro legato anche alla sensibilità degli utilizzatori, in generale si fa riferimento per gli ambienti domestici a tonalità calde, mentre per le zone come cucine e bagni, le tonalità fredde possono evidenziare particolari aspetti del design.