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Dopo una lunga e sofferta quarantena, a causa della pandemia che ha interessato ogni parte del mondo, finalmente in questi giorni sono riprese le attività produttive e tutte quelle che danno sapore alla vita di ognuno di noi.
La ripresa è iniziata in un periodo prossimo all'estate, con temperature che hanno superato in alcuni casi anche i 30° C.
Lavorare bardati di tutto punto con guanti, mascherine e altri dispositivi di protezione, in un ambiente con temperature alte, contribuisce a stressare chiunque, oltre a rendere spiacevole ogni tipo di attività.
La soluzione a tale problema, in tempi normali sarebbe di semplice attuazione, impiegando i condizionatori, ma stante il periodo critico in cui viviamo, sono nate diverse problematiche circa la eventuale pericolosità dell'impiego di tali sistemi.
Questi, infatti, potrebbero rappresentare un elemento di accentuazione della veicolazione del virus, a causa del movimento d'aria prodotto.
Su tale questione, il dibattito è aperto e al momento non è stato emanato alcun provvedimento circa l'impiego di tali dispositivi, oltre a quelli che attengono al buon uso degli stessi.
Cominciamo la nostra discussione col fare una distinzione tra i condizionatori ad uso residenziale e quelli per uso commerciale.
I condizionatori ad uso residenziale, sono costituiti da diversi elementi:
Al momento dell'accensione, Il gas viene spinto dal motore nel compressore, dove, tramite un processo di decompressione rilascia calore, raffreddandosi e tornando allo stato liquido.
Il gas allo stato liquido comincia a circolare nei tubi di rame fino ad arrivare allo split interno.
La macchina interna aspira dall'ambiente aria calda, che attraversa il corpo dello split raffreddato e grazie a una ventola viene espulsa fuori alla temperatura stabilita, tramite il telecomando in dotazione.
In sintesi, l'aria calda viene espulsa all'esterno mentre quella interna refrigerata, a completamento del ciclo di raffreddamento, tornerà nel compressore per poi ritornare in circolo nuovamente.
Gli impianti di condizionamento ad uso commerciale, impiegano una unità di trattamento dell'aria, meglio nota come UTA. A essa è assegnato il compito di prelevare aria dall'esterno e immetterla all'interno degli ambienti, tramite una rete di canalizzazioni.
All'interno degli ambienti climatizzati sono disposti inoltre dei ventilatori di estrazione, che hanno il compito di espellere l'aria viziata interna.
Senza voler entrare nel dettaglio di tutte le tipologie presenti sul mercato, generalmente tali macchine possono essere impiegate in alcune soluzioni impiantistiche, atte a recuperare il calore o il freddo dell'aria interna e scambiarlo con l'aria nuova che si immette all'interno.
Questa condizione è motivo di apprensione a causa della possibilità di poter mettere in circolo il temuto coronavirus.
A tal proposito, occorre dire subito che non esiste alcuno studio serio e certificato che attesti tale pericolo. Il dibattito attualmente è ancora aperto e pertanto non bisogna allarmarsi inutilmente, ma occorre fare alcune considerazioni in merito al fine di chiarire gli aspetti più pratici della questione.
Sul punto, uno degli aspetti che a mio avviso continua a generare confusione, è rappresentato da alcune disposizioni regionali che impongono la sanificazione degli impianti, facendo così trasparire la possibilità di poter debellare anche l'eventuale presenza del virus, grazie alla sanificazione di alcune parti dell'impianto di condizionamento come filtri, griglie, ecc.
Tale confusione, deriva in particolare dall'uso improprio del concetto di sanificare, definito dall'articolo1 del D.M. n. 274/1997, riferendosi a quelle attività che riguardano:
il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l'attività di pulizie e/o di disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l'umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l'illuminazione e il rumore.
Come si può vedere, il disposto ministeriale non parla di impianti bensì di soli ambienti per cui nel caso degli impianti di condizionamento è più opportuno parlare di manutenzione ordinaria e straordinaria degli stessi.
Chiarito il primo punto, resta l'altro aspetto rilevante che preoccupa la maggior parte delle persone, ossia l'effetto della ventilazione quale veicolo di trasporto di eventuali particelle virali.
A tal proposito occorre tener presente che la distanza di due metri ritenuta utile al fine di tutelarsi da eventuali contaminazioni, può ridursi notevolmente se ci si dispone sotto vento.
Pertanto, il primo suggerimento da dare è quello di evitare di posizionarsi nelle vicinanze delle fonti di emissione dell'aria condizionata, oltre a ridurre al minimo la ventilazione negli ambienti chiusi.
Quando si entra in un locale condizionato, è dunque bene fare attenzione a dove posizionarsi, al fine di evitare di ricevere direttamente sul viso un flusso d'aria, ed è bene che le griglie del condizionatore siano rivolte verso l'alto.
Al fine di ridurre il disagio della temperatura elevata, è preferibile nei periodi estivi mantenere il tasso compreso tra il 50% e il 70%.
Ricordo che al fine di evitare l'impatto diretto con il flusso d'aria condizionata, sono stati realizzati degli split a comando remoto, capaci di individuare la presenza del soggetto interfacciato con essi nell'ambiente, in modo tale da diversificare il flusso d'aria senza impattare direttamente con esso.
Come indicazione generale, è bene sapere che gli impianti domestici con flusso d'aria unico in entrata e in uscita, come quello prodotto dai classici split con o senza pompa di calore, vengono ritenuti i più sicuri.
In ogni caso, per tutte le tipologie d'impianti prima di utilizzarli, specie se inattivi per lungo tempo, occorre:
Va inoltre evitato di stanziare vicino al motore esterno dal quale fuoriesce l'aria interna, specialmente se posizionato ad altezza d'uomo.
Per i motori esterni è bene far eseguire delle opere di manutenzione periodica, miranti a renderli più puliti ed efficienti attraverso la rimozione di sporcizia, muffe, ecc.
Oltre alla cura delle parti meccaniche, è fondamentale effettuare il ricambio d'aria all'interno degli ambienti più usati, cosa che si può realizzare facilmente, aprendo per diversi minuti anche più volte al giorno le finestre e i balconi.
In mancanza di una idonea presenza di infissi, occorre dotarsi di sistemi di ventilazione meccanica capaci di filtrare l'aria in entrata.
A proposito dei filtri presenti nei vari impianti, occorre ricordare che la loro pulizia va effettuata almeno una volta l'anno, in sicurezza: in caso di utilizzo di pulizia con compressori o altri mezzi a pressione, è necessario indossare guanti e mascherine per evitare di inalare particelle depositate su di essi.
A tal fine, si ritiene più sicura la procedura del lavaggio dei filtri con una soluzione detergente, per poi procedere alla sua disinfezione impiegando i prodotti più adeguati alle proprie necessità.
In commercio, vi sono molti prodotti chimici che possono essere impiegati con una certa facilità. Ma oltre al costo di tali prodotti va considerato anche l'impatto ambientale, a causa dell'immissione in circolodi sostanze non naturali.
In alternativa, ricordo che una buona pulizia dei filtri, può essere realizzata con un accurato lavaggio in una soluzione di acqua e bicarbonato, in modo naturale, senza incidere sulla salubrità dell'ambiente e sulle risorse economiche dell'utente.
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