Celle anti solari: al momento generano una potenza notturna di 50mW/m2
Da anni si sente parlare di fotovoltaico e di energie rinnovabili. L'obiettivo è quello di guardare al futuro proprio in questa direzione e prospettiva. Per questo, da parecchio tempo, si sta tentando di incentivare industrie e privati all'installazione di pannelli solari e impianti fotovoltaici.
Alla luce della tanto dibattuta questione energetica che si sta vivendo, in Italia e nel Mondo, il tema si fa ancora più attuale, urgente e pressante. Nel frattempo, la tecnologia non si ferma, così come studi e ricerche.

A tal proposito, è notizia recente quella sulle cosiddette celle anti solari. Potrebbe sembrare un errore di battitura o una contraddizione in termini. Ma non è nulla di tutto ciò. Le celle anti solari sarebbero in grado di generare energia dal sole durante il giorno e invertire poi il funzionamento durante le ore notturne in moda tale da continuare a produrre elettricità.
Il concetto, che può sembrare strambo, in realtà è sotto studio. Il termine anti-solar è stato ideato nel 2020 da un gruppo di scienziati di Stanford. L'idea che sta alla base dello studio è quella di integrare la tradizionale tecnologia fotovoltaica a un generatore termoelettrico (TEG), basato sul raffrescamento radiativo notturno.
Grazie a questo fenomeno, un corpo – trovandosi in specifiche condizioni di cielo terso e umidità ridotta – riuscirebbe a espellere importanti quantità di calore nello spazio profondo sotto forma di luce infrarossa. Tale flusso di calore può quindi poi essere sfruttato per generare elettricità attraverso i TEG.
Di fatto, anche le celle fotovoltaiche, nel corso della notte, continuano ad irradiare energia termica al cielo, raggiungendo temperature un poco più basse rispetto a quella dell'aria circostante. Integrando i pannelli con un modulo termoelettrico, sarà quindi possibile generare tensione (e di conseguenza corrente) dal gradiente di temperatura creato tra cella e aria.
I progressi relativi a questa tecnologia provengono dalla Stanford University. Un gruppo di ingegneri, tra cui il ricercatore Shanhui Fan, che già nel 2020 aveva partecipato allo studio ed aveva anche realizzato un nuovo prototipo di celle anti solari.
Allo stato attuale degli studi, il dispositivo di Stanford riesce a fornire solamente 50 mW/mq.
L'obiettivo finale sarebbe quello di riuscire a generare almeno 1 watt per metro quadrato.
Shanhui Fan è convinto che ci siano ampi margini di miglioramento. Come lui stesso ha specificato, nessuno dei componenti coinvolti nel processo tecnologico sono stati progettati per tale specifico scopo. Ciò vuol dire che, se si progettasse ogni componente proprio per l'ottenimento di questa finalità, le prestazioni potrebbero tranquillamente aumentare.