Direttiva Green UE: il Governo italiano chiede maggiore flessibilità e scadenze temporali meno rigide
È di pochi giorni fa la notizia sulla direttiva europea circa l'efficientamento energetico degli edifici.
Stando a quanto si legge nelle ultime bozze, entro il 2030, tutti gli immobili residenziali siti nei 27 Paesi membri dovranno essere in classe energetica E e poi, entro il 2033, in classe D.
Una proposta che, per l'Italia, potremmo definire ai limiti dell'assurdo da portare a termine nel giro di così breve tempo dal momento che, la maggior parte delle case costruite in Italia negli anni 80-90 appartengono alla classe energetica E.
Senza poi dimenticare il fatto che un buon 60% degli edifici italiani si colloca tra classe F e classe G.
E infatti, le proteste da parte del Governo non si sono fatte attendere.
Lo scorso sabato, Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, ha parlato di ennesima scelta europea contro cui, l'Italia – ha promesso Salvini – è già pronta ad opporsi nel nome di realismo e buon senso.
Il Ministro, ha anche specificato che parla sia in qualità di rappresentante del Governo che come italiano, ricordando che la casa, oltre a essere un bene prezioso, è il risultato concreto di una vita fatta di rinunce e sacrifici, un luogo dove sono conservati memorie e affetti.
Tenendo conto che, sulla base dei dati Ance, su 12,2 milioni di edifici residenziali presenti in Italia, più di 9 sono stati edificati prima che entrasse in vigore la normativa sul risparmio energetico, la direttiva UE si tradurrebbe una pesantissima stangata sulle tasche della stragrande maggioranza degli italiani.
Le critiche avanzate delle forze di maggioranza, riguardano più che altro la doppia scadenza piuttosto stringente e la totale mancanza di flessibilità.
Nicola Procaccini, eurodeputato e responsabile nazionale Energia e Ambiente di FdI, infatti, ci ha tenuto a specificare il fatto che tutti sono concordi sul raggiungimento degli obiettivi e, di conseguenza, è giusto che il provvedimento venga portato avanti.
Tuttavia, vengono contestate all'UE le tempistiche rigide e la mancanza di flessibilità imposte ai vari Stati.
Il Governo italiano promette che si batterà per provare a costruire un fronte trasversale al fine di sostenere il percorso di efficientamento energetico e di riduzione dei consumi, non attraverso l'imposizione di scadenze, multe e paletti perentori, ma promuovendo piuttosto finanziamenti, incentivi e percorsi graduali.
Il prossimo 9 febbraio, il testo arriverà in commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (Itre). Dopodiché, a inizio marzo, il documento dovrebbe approdare nella plenaria di Strasburgo per essere emendato ulteriormente.
Insomma, la strada è piuttosto lunga e la partita del tutto aperta. Non resta che aspettare per vedere le evoluzioni.