BIQ House è una casa che utilizza pannelli di rivestimento in cui sono coltivate microalghe, per ricavare energia elettrica e per riscaldamento e ombreggiamento.
Casa che ricava energia dalle alghe
Il settore delle energie rinnovabili è in perenne fermento, per cui qualunque ritrovato che punti a ricavare energia da elementi dalla natura, ormai non può più stupire, come accade per la casa ad alghe made in Germany, attualmente in corso di realizzazione.
Si tratta di una costruzione che si sta allestendo a Wilhelmsburg, nei pressi di Amburgo, una palazzina che sarà alimentata energeticamente grazie ad un bio reattore ad alghe presente in facciata.
Il suo nome è Biq House, ed è caratterizzata da pareti esterne rivestite di pannelli di vetro con lamelle, simili a persiane, trasparenti e a schermo piatto, in cui sono coltivate delle micro alghe verdi integrate a fotobio-reattori che producono energia grazie alla fotosintesi clorofilliana attivata dal sole.
Le micro alghe sono delle piante microscopiche, per la maggior parte non più grandi di batteri.
Questa sorta di vasche che le contengono saranno posizionate a coprire i lati sud – est e sud – ovest dell'edificio.
Sì tratta quindi di un modo ecologico di produrre l'energia destinata al funzionamento della casa e renderla così autosufficiente.
L'edificio, classificabile come costruzione ZEB (Zero Energy Building), con la sua facciata bio – adattativa (o bio – reattiva), dovrebbe essere completato entro il 31 marzo prossimo, in tempo per essere presentato al prossimo International Building Exhibition (IBA), la mostra internazionale di architettura che si terrà proprio ad Amburgo nel corso del 2013 e di cui BIQ House rappresenterà il cardine.
Del resto la sperimentazione nasce proprio nell'ambito di un ambizioso progetto che vede come protagonista Amburgo, una delle città più ecosostenibili d'Europa.
Progetto BIQ House
Il progetto porta la firma dello studio austriaco Splitterwerk di Graz, per la parte architettonica, ed è costituito da un edificio residenziale di cinque piani in cui si trovano quindici unità abitative di diversa metratura che vanno dai 50 ai 120 metri quadrati.
L'ultimo dei cinque livelli è l'unico a presentare un sistema di tamponamento prevalentemente opaco, mentre gli altri quattro piani sono caratterizzati da un sistema di logge alternato a pannelli vetrati.
Le logge daranno quindi ai residenti anche la possibilità di usufruire di ampi balconi per far spaziare la vista sul parco circostante.
Gli architetti hanno ideato un avveniristico e versatile modello abitativo, basato sugli standard del futuro, studiando l'interior design degli alloggi in modo da renderlo personalizzabile e modificabile semplicemente premendo un pulsante.
Il bio – reattore, invece, è stato progettato dal noto studio inglese Arup, in collaborazione con i due studi tedeschi SSC Strategic Science Consult e Colt International.
Con il processo di fotosintesi le alghe assorbono i raggi del sole e l'anidride carbonica, crescendo e determinando un processo di ombreggiamento.
Tutto lo svolgimento della fotosintesi, crescita e sviluppo delle alghe è osservabile dall'esterno e anche questo è stato un aspetto intenzionale del progetto.
Grazie all'ombreggiamento si riesce a tenere una temperatura fresca dell'edificio in modo naturale, senza ricorrere ad impianti di condizionamento.
I bio – reattori gestiranno la fotosintesi delle alghe in modo dinamico, alimentandole con acqua ed elementi nutritivi, così da farle crescere più rapidamente quando il sole sarà più intenso e creare così maggiore ombreggiamento e rendere la casa più fresca.
I frangisole progettati e sviluppati da Arup sono dei fotobioreattori a schermo piatto (PBR), fabbricati in Germania dalla Colt International, che facilitano la fotosintesi in un ambiente controllato.
Durante il periodo invernale, invece, il calore prodotto dalle alghe esposte alla luce solare viene sfruttato per riscaldare l'edificio e produrre energia elettrica.
Contemporaneamente infatti il sistema assorbe CO2 e genera una biomassa che viene raccolta e con la quale si alimenta un impianto di riscaldamento e di produzione dell'acqua calda.
Dalla raccolta di questa biomassa viene estratto con degli scambiatori di calore e conservato geotermicamente, in un vicino impianto di biogas, del metano, che poi viene nuovamente immesso nell'edificio ed usato per riscaldarlo e rifornirlo di acqua calda.
Da ogni metro quadro di facciata è possibile estrarre circa 15 grammi di biomassa al giorno, e ciò consente di produrre circa 4.500 kWh all'anno di energia elettrica, che corrispondono a più di quanto consuma in media una famiglia composta da quattro persone, che è pari a 4.000 kWh/anno.
Per finire bisogna aggiungere che il rivestimento di alghe costituisce anche un ottimo sistema di insonorizzazione dell'edificio.
BIQ House dimostra quindi che le facciate, negli edifici del futuro, potranno avere un ruolo attivo che andrà al di là di quello di semplice rivestimento estetico o funzionale, per proteggere da pioggia e vento.