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18 Ottobre 2015 ore 00:10 - NEWS Bioedilizia |
Chi si è recato ad EXPO 2015 a Milano avrà sicuramente notato il cappotto termico in sughero faccia a vista del padiglione del Brasile.
Il visitatore si sarà legittimamente potuto chiedere se il padiglione fosse terminato o meno, o se la scelta di lasciare i pannelli di sughero ben in vista abbinati a un materiale come l'acciaio Corten, che deve la propria bellezza dallo strato di ossido arancione di cui è ricoperto, fosse voluta o semplicemente fosse frutto della corsa contro il tempo per terminare i lavori.
Il cappotto in sughero faccia a vista è raro a vedersi in Italia e trovarsi di fronte a un edificio interamente ricoperto da pannelli di sughero privi del tipico strato di finitura può spiazzare, oltre che incuriosire e talvolta incantare.
In realtà la scelta del cappotto in sughero per il padiglione del Brasile ad Expo 2015 in parte è dovuta alla possibilità di asportare e riutilizzare il materiale a fine evento, una linea voluta dagli organizzatori per contenerne l'impatto ambientale, essendo la manifestazione temporanea; tuttavia, non esiste materiale isolante per cappotti esterni più duraturo e che soprattutto richieda meno manutenzione del sughero lasciato a vista.
Non tutti i sugheri sono adatti per realizzare un cappotto faccia a vista.
Prima di tutto è necessario distinguere tra sughero biondo e sughero bruno e sapere come vengono agglomerati i granuli che formano i pannelli impiegati in edilizia.
I pannelli in sughero agglomerato espanso autocollato (pannelli ICB), altrimenti denominato sughero bruno o tostato, hanno un colore scuro, una buona stabilità dimensionale e sono realizzati riscaldando il sughero a 280 gradi circa.
In questa maniera i granuli di sughero aumentano di volume e si legano saldamente tra loro in maniera naturale e senza l'aggiunta di sostanze esterne.
Ciò avviene grazie alla suberina e alla lignina presenti nel sughero stesso che una volta allo stato liquido fungono da collante naturale.
I pannelli in sughero tostato si differenziano da quelli in sughero biondo per colore, densità e per una fragranza di legno affumicato che emanano.
Inoltre, una volta espansi i granuli migliorano nettamente il potere coibente dei materiale.
La questione dell'odore del sughero tostato è spesso dibattuta, anche se bisogna chiarire che, sebbene il rilascio di un'essenza affumicata sia normale, lo sgradevole odore di legno bruciato è sintomo invece di una metodologia errata da parte di alcune imprese, le quali non includono nel loro ciclo produttivo il necessario processo di raffreddamento forzato dei blocchi di sughero appena usciti dal forno, un'operazione fondamentale per evitare che il nucleo dei blocchi continui a bruciare internamente.
Fino ad ora il solo sughero tostato dotato di tutte le certificazioni di sicurezza e che ha la certezza di non avere odore di bruciato è quello certificato da NATUREPLUS e ICEA.
I pannelli in sughero biondo, a seconda del processo produttivo e della qualità del prodotto vengono conglomerati con tecniche differenti e successivamenti pressati con vari formati e spessori.
Come legante vengono utilizzati:
-Collanti alimentari poliuretanici, privi di emissioni di composti organici volatili (VOC) tra cui la formaldeide.
-Le stesse sostanze cerose del sughero, come la suberina e la lignina, disciolte in speciali forni a pressione che evitano il contatto con l'aria (interessante il brevetto italiano della LIS che perfeziona la saldatura dei granuli tramite un ulteriore trattamento di onde ad alta frequenza).
-Resine sintetiche, altamente nocive e non adatte per pannelli con applicazioni indoor.
Il sughero per cappotto faccia a vista normalmente utilizzato è quello tostato, applicato in lastre ICB semplici o battentate, il quale garantisce rispetto alla maggior parte del sughero biondo:
maggiore leggerezza, conducibilità ridotta e una maggiore omogeneità del materiale grazie all'assenza di sostanze leganti estranee al sughero.
Il sughero faccia a vista riduce al minimo la difficoltà di posa in opera rispetto ad altri materiali che richiedono uno strato di finitura e sono quindi maggiormente soggetti alla perizia dell'applicatore.
Il fissaggio dei pannelli avviene per incastro e incollaggio e non è prevista la presenza di tasselli; il cappotto, infatti, dovendo solamente reggere se stesso non è gravato dal peso della rasatura quindi non necessita di un fissaggio meccanico.
Niente tasselli, niente rasatura superficiale, solamente un doppio strato continuo di colla su pannello e supporto, che favorendo un effetto ventosa garantisce la massima aderenza tra le superfici.
I vantaggi del cappotto in sughero faccia a vista sono tanti e si sommano ai già numerosi vantaggi di un cappotto in sughero con rasatura superficiale, tra i quali la traspirabilità e l'alto grado di isolamento. Riassumendoli in un elenco si possono citare:
-La bellezza del rivestimento, grazie alle piccole e naturali differenze cromatiche tra i singoli pannelli, soprattutto in presenza di vaste superfici rivestite il risultato che si ottiene è una texture davvero scenografica
-L'unicità degli interventi; il sughero con il tempo tende a schiarirsi una volta applicato alla facciata di un edificio e tuttavia, a contesti e climi differenti corrispondono differenti tonalità.
-La manutenzione nulla; un cappotto faccia a vista in sughero non richiede manutenzione ed è praticamente eterno. Gli unici interventi ipotizzabili sono quelli di pulizia in seguito ad un atto vandalico, facilmente asportabile con la rimozione dello strato superficiale del pannello con della carta vetrata.
-L'isolamento acustico; una facciata in sughero per sua stessa conformazione è fonoassorbente e contribuisce a smorzare nettamente le onde sonore.
Le immagini presenti sono state fornite dalla Tecnosugheri, un'impresa leader in Italia nella distribuzione del sughero portoghese Amorim, considerata una delle maggiori produttrici di sughero a livello mondiale.
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