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Tra i vari emendamenti del Governo Meloni che devono essere approvati dal Parlamento entro il 31 dicembre ce n'è anche uno che riguarda gli animali domestici.
Michela Vittoria Brambilla, del Gruppo Misto, propone un assegno annuale di 150 euro per ogni animale domestico iscritto nella apposita anagrafe, per un massimo di 450 euro l'anno.
L'assegno sarebbe corrisposto dall'Inps e, l'onere di fare richiesta al predetto ente, spetta ovviamente all'intestatario dell'animale stesso.
Stando a quanto disposto nell'emendamento, per poter usufruire di questo bonus, occorre che l'ISEE del nucleo famigliare a cui appartiene l'intestatario dell'animale non superi i 15.000 euro annui. In caso di ISEE inferiore a 7.000 euro annui, l'assegno verrebbe raddoppiato, per un importo massimo di 900 euro annui.
Oltre al bonus animali domestici, Michela Vittoria Brambilla ha avanzato anche altre proposte, sottoscritte dai deputati aderenti al cosiddetto Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell'ambiente.
Esaminiamole nel dettaglio.
Anzitutto, si vorrebbe abbassare l'IVA: al 4% sul cibo per animali e al 10% per le cure veterinarie. Esenzione totale per le prestazioni veterinarie volte a identificare e controllare la riproduzione.
Si vorrebbe altresì consentire la possibilità di assentarsi dal lavoro in caso di decesso o nel caso si debba prestare cure all'animale.
Gli oneri che devono sostenere quanti detengono animali d'affezione (42% di italiani) sono molto elevati, e la Brambilla sostiene che sia quindi giusto dare un aiuto economico, specie in questo momento storico in cui le famiglie fanno molta fatica e l'economia necessita di essere rilanciata.
Tra l'altro, già Spagna e Germania hanno introdotto la riduzione dell'aliquota.
In discussione anche il rifinanziamento del fondo (4 milioni di euro) per la lotta al randagismo (legge 281/91), soprattutto in alcune regioni del meridione, come la Sicilia.
Si chiede inoltre che una quota del Fondo per l'innovazione in agricoltura venga destinata per la transizione a un allevamento senza l'utilizzo di gabbie in modo da tutelare gli animali selvatici.
Tra le altre cose, si parla anche di:
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