Questo sito utilizza cookie tecnici per annunci non profilati sulla tua esperienza di navigazione e cookie di terze parti per mostrarti invece annunci personalizzati in linea con le tue preferenze di navigazione. Per conoscere quali annunci di terze parti sono visibili sulle nostre pagine leggi l'informativa. Per negare il consenso dei soli cookie relativi alla profilazione clicca qui. Puoi invece acconsentire all'utilizzo dei cookie personalizzati accettando questa informativa. |
ACCETTA |
22 Ottobre 2019 ore 09:58 - NEWS Fisco casa |
Bolletta luce, bolletta acqua, etc. troppo bassa? Non sempre è un bene.
Per la Corte di Cassazione la presenza di consumi bassi per le utenze è indice del fatto che l'abitazione non è quella principale e ciò comporta l'applicazione dell'imposta sulla plusvalenza.
Il principio ed è stato affermato dalla Corte di Cassazione nell'ordinanza n. 18963/2019 ma non è una vera e propria novità: nel giudizio che si conclude la sentenza della Corte di Cassazione n. 14270/2016, per quanto la sentenza non sia incentrata sul tema, l'elemento dei consumi bassi è valutato allo stesso modo; non sembra ci siano altri precedenti.
Entrambi i giudizi riguardano l'impugnazione di un avviso di accertamento per l'irrogazione delle imposte date dalla plusvalenza derivante dalla vendita di un immobile acquistato come casa principale e poi rivenduto.
L'Agenzia delle Entrate, dal canto suo, fa da tempo riferimento ai dati dei consumi onde valutare se effettivamente si è in presenza di un'abitazione principale (v. Ris. n. 218/2008) in assenza di cambio di residenza ai fini dell'applicazione dell'imposta sulla plusvalenza.
Ed infatti, anche nel giudizio di cui all'ordinanza di cui parliamo oggi, la n. 18963/2019, secondo le Entrate, la presenza di consumi molto bassi attesta che quella non è l'abitazione principale del contribuente e dunque che egli non può usufruire dell'agevolazione prevista dalla legge in caso di cessione entro i cinque anni dell'abitazione principale.
Cosa prevedono le norme, in particolare?
A norma degli artt. 67, co.1 lett.b) e 68, D.P.R. n. 917/1986 (il T.U.I.R., cioè il Testo Unico Imposte sui Redditi) il contribuente è tenuto a pagare le imposte sulla plusvalenza nel caso (per quel che qui interessa) in cui ceda a titolo oneroso (quindi che ad es., ma non solo, venda) un'abitazione acquistata o costruita da non più di cinque anni, salvo che si tratti – sempre per quel che qui interessa – di un immobile adibito, per la maggior parte del tempo trascorso tra l'acquisto o la costruzione e la cessione, ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari.
Quali sono i familiari ammessi all'utilizzo della abitazione ai fini delle norme in parola?
L'elenco è quello contenuto nell'art. 5 ult. co. del TUIR, secondo il quale ai fini delle imposte sui redditi si intendono per familiari: il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.
Dunque, perché si possa fruire dell'esenzione dall'imposta, due devono essere le condizioni: l'una temporale – il bene deve essere stato utilizzato come abitazione principale per un certo periodo di tempo - l'altra, la destinazione ad uso personale (del contribuente o dei suoi familiari) da individuarsi secondo criteri oggettivi (v. Cass. n. 18963/2019 e 14270/2016 e, quanto alla prima condizione, Cass. n. 18846/2003).
Ebbene, la presenza di consumi troppo bassi è ritenuta un indice del fatto che non si tratta di un'abitazione principale; nel giudizio in commento i dati delle utenze sono stati valutati al fine di trarre quelle che tecnicamente si chiamano presunzioni.
Le presunzioni sono le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignorato (v. artt. 2727 e ss. c.c.).
Ci sono quindi le presunzioni legali e quelle semplici: le prime dispensano da qualunque prova coloro a favore dei quali sono stabilite; le seconde, come nel caso de quo, non sono stabilite dalla legge e sono affidate al prudente apprezzamento del giudice: esse devono essere gravi, precise e concordanti.
Il concetto di abitazione principale è diverso da quello di prima casa, anche se in gergo spesso i due termini vengono utilizzati come sinonimi.
Per abitazione principale ai fini delle norme in argomento si intende quella nella quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente; la risposta è stata data dall'Agenzia delle Entrate (v. Ris. n. 136E del 2008, che richiama gli artt. 10 e 15 del TUIR) e il concetto è ribadito nelle Istruzioni per la compilazione del modello sulla dichiarazione dei redditi.
Non deve dunque trattarsi necessariamente di un'abitazione dove il contribuente abbia la residenza (v. Ris. 218/2018).
Ed invero, nel caso di specie, il contribuente aveva conservato la residenza a Roma, ma l'abitazione in questione è situata a Milano, suo luogo di lavoro; ebbene, i consumi di Milano erano bassi, nel senso che erano inferiori a quelli di Roma.
Trattavasi di un indice importante, che però non era il solo: ad esso si aggiungeva proprio il fatto che il contribuente aveva mantenuto la residenza a Roma, nonostante lavorasse a Milano.
Infine, osserva ancora la Corte, il contribuente avrebbe potuto, ma non l'ha fatto, offrire una prova contraria (sempre ammessa in relazione alle presunzioni semplici).
|
||
REGISTRATI COME UTENTE 322.803 Utenti Registrati |
Notizie che trattano Bollette troppo basse provano che a casa non è abitazione principale che potrebbero interessarti
|
Plusvalenza sui beni immobiliari
Normative - Prima di procedere alla vendita di un bene immobiliare, è opportuno valutare una ulteriore tassazione rispetto al regime ordinario.
|
Possesso immobili: la disciplina fiscale ai fini IRPEF
Fisco casa - Gli immobili, sia adibiti ad abitazione principale che in locazione, producono reddito rilevante ai fini IRPEF. Ecco un manuale fiscale per possesso di immobili
|
Scadenza pagamento saldo ICI
Fisco casa - C'è tempo fino al 16 dicembre per pagare il saldo ICI, dovuto per seconde case e per immobili con destinazione diversa da quella abitativa.
|
Tasse vendita casa: le novità della manovra 2020
Fisco casa - Brutte notizie per chi vende casa entro 5 anni: aumentano del 6% le imposte sulle plusvalenze immobiliari. Ecco cosa prevede la Legge di Bilancio sull'argomento
|
Credito d'imposta per chi vende e riacquista casa
Comprare casa - Chi vende un immobile per il quale ha usufruito dei benefici fiscali prima casa e ne riacquista un altro entro un anno può usufruire di un credito d'imposta.
|
Imu e Tari: differenza tra prima casa e abitazione principale
Proprietà - Qual è la differenza tra prima casa e abitazione principale, due concetti apparentemente simili ma che presentano profonde differenze in merito ai benefici fiscali
|
Tasi 2017: scadenza e modalità di pagamento della seconda rata
Fisco casa - Si avvicina l'appuntamento annuale con le imposte sulla casa: fissata al 18 dicembre la scadenza della seconda rata della Tasi, la tassa su servizi indivisibili
|
Agevolazioni fiscali: la deduzione per l'abitazione principale
Fisco casa - Per l'abitazione principale è prevista la deduzione dal reddito complessivo di un importo fino all'ammontare della rendita catastale dell'immobile e delle pertinenze.
|
Stop a Imu di giugno
Fisco casa - Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legge che sospende il pagamento della rata Imu di giugno. Entro agosto la riforma che deciderà l'eventuale abolizione.
|
Salve ho un quesito da porvi. Alla luce della definizione "Abitazione Principale" contenuta nel Decreto Rilancio, se io ho acquistato e sto ristrutturando casa e, dato che nelle...
|
Buonasera, ho appena finito di leggere il decreto rilancio che prevede una superdetrazione al 110% per i lavori di efficientamento energetico (ad esempio cappotto) e che...
|
Salve,vivo nella casa A dove risiedo che è abitazione principale,ma il 15.05.13 ho comprato con annesso mutuo con le agevolazioni previste una casa B come prima casa, nello...
|