Bolletta luce e gas nella dichiarazione dei redditi: non vale per i forfettari
Il caro bollette è un argomento sempre più scottante. Sono sempre di più le imprese e gli esercizi che stanno chiudendo o sospendendo per un certo periodo di tempo le loro attività, mentre i comuni cittadini fanno una gran fatica ad arrivare a fine mese.
Dati alla mano, rispetto all'anno scorso, le bollette sono praticamente triplicate pur essendo rimasti invariati i consumi.
Lo scenario è davvero grave perché si va a ripercuotere sull'intero sistema economico.
Per alcuni, c'è una magra consolazione. Alcune categorie, possono infatti portare le spese delle bollette di luce e gas in deduzione nella dichiarazione dei redditi. Ovviamente, però, questo non vale per tutti.
Le bollette luce e gas relative ai consumi privati, ovvero quelli di casa, ad esempio, non sono deducibili né detraibili.
A poter presentare le bollette come spese deducibili, sono invece le utenze delle imprese e dei professionisti.
In tali casi, infatti, i costi relativi alle utenze delle loro attività, sono deducibili dal reddito dell'attività stessa.
Va da sé che si deve trattare di utenze riguardanti la stessa attività.
Ci sono poi delle eccezioni. Prendiamo il caso di un lavoratore autonomo che ha lo studio in casa (immobile a utilizzo promiscuo). Questi potrà dedurre dal reddito della sua attività la bolletta luce e gas di casa soltanto per il 50%.
Inoltre, non possono portare in deduzione i costi delle utenze le partite IVA in regime forfettario. Per legge, infatti, i forfettari non possono dedurre costi e spese della loro attività, a eccezione del caso in cui i contributi previdenziali e assistenziali vengano assolti per legge.
Per i comuni cittadini, sono stati stanziati degli strumenti per alleggerire il peso delle bollette sul bilancio familiare.
Il bonus luce e gas, per esempio, è uno sconto che viene applicato direttamente nella bolletta delle famiglie che hanno un ISEE inferiore a 12.000 euro.
Ci sono poi altri benefit, come il bonus luce e gas per disagio fisico, il bonus 150 euro una tantum e il bonus 200 euro, sempre una tantum, previsto dal primo decreto Aiuti.
Si tratta comunque di misure che spettano solo in presenza di determinati requisiti.
