La manovra finanziaria appena approvata alla Camera, dopo il si' ottenuto ieri con voto di fiducia al Senato, ha introdotto una serie di tagli lineari che interessano tutte le detrazioni fiscali e che, quindi, riguardano anche diverse misure inerenti il settore edilizio.
La legge di conversione del Decreto Legge 98/2011 prevede, infatti, un taglio delle agevolazioni fiscali del 5% per il 2013 e del 20% per il 2014.
Gli sconti fiscali individuati su cui si abbatterà la scure dei tagli sono ben 483 e tra essi alcuni riguardano proprio il settore della casa.
La stangata quindi potrebbe costare complessivamente alle famiglie italiane fino a 1000 euro l'anno.
Tra le agevolazioni interessate possiamo annoverare anche le detrazioni Irpef del 36% per interventi di ristrutturazione edilizia e del 55% per interventi di riqualificazione energetica.
Tali bonus, per la verità, scadono rispettivamente il 31 dicembre del 2012 e il 31 dicembre del 2011, pertanto saranno toccati dalla manovra solo nell'eventualità di una loro proroga.
La detrazione fiscale del 36% dovrebbe, ad ogni modo, ridursi al 34% nel 2013 e a poco meno del 29% nel 2014.
La stessa manovra, bisogna ricordare, riduce dal 10% al 4% la ritenuta d'acconto sui bonifici effettuati per pagare i lavori per i quali sono richieste le detrazioni. Si ricorda che il bonifico deve contenere i dati della partita Iva o il codice fiscale dell'impresa beneficiaria del bonifico.
Ad essere interessati dai tagli saranno anche le agevolazioni previste per il mercato immobiliare, come le detrazioni sugli interessi pagati per i mutui per l'acquisto di prima casa, che oggi consentono di detrarre fino a 330 euro ma, per il 2014, la somma scenderà fino a 264 euro.
Ritoccate poi le detrazioni per l'affitto di prima casa e le detrazioni relative al compenso pagato all'intermediario che interviene in caso di acquisto di prima casa.
Il provvedimento colpisce anche le deduzioni fiscali della rendita catastale per la prima casa che oggi consentono un risparmio fiscale pari, in media, a 126,8 euro che nel 2014 scenderebbe a poco più di 100 euro.
I tagli non saranno applicati solo nel caso in cui, entro il 30 settembre 2013, si provvederà ad emanare disposizioni di riordino complessivo della spesa sociale che consentirebbero di recuperare i soldi necessari in bilancio in maniera alternativa.