La costante esigenza della riduzione della spesa energetica degli edifici, per motivi tanto etici quanto economici, ha impresso una forte accelerazione alle tecnologie per l'illuminazione artificiale.
Oltre alle moderne tecnologie, diversi fattori hanno un notevole ruolo nella riduzione della spesa energetica per l'illuminazione, tra i quali: le caratteristiche dell'ambiente da illuminare, il numero medio di ore di illuminazione richieste, correlate alle attività svolte nello stesso ambiente; altri fattori importanti, generalmente valutati in fase di progettazione ed arredo degli edifici sia per la casa che per il lavoro, sono l'orientamento geografico degli ambienti, la realizzazione di lucernari, porte e/o finestre e la scelta di colori e tinte di pareti, soffitti e pavimenti, in modo da massimizzare la luce naturale negli ambienti occupati maggiormente nell'arco di una giornata.
I principali tipi di lampade sono le lampade ad incandescenza, le lampade fluorescenti, i diodi e le lampade ad alogeni.
Tipologie lampade ad incandescenza
Le lampade ad incandescenza sono quelle maggiormente diffuse, caratterizzate dall'incandescenza, e la relativa radiazione luminosa, prodotta dal filamento di tungsteno presente al loro interno e la cui produzione è in corso di dismissione: dal Settembre del 2009 ne è stata vietata la produzione di quelle di 100 W o di più e di tutte quelle a bulbo smerigliato o opalino; dal Settembre del 2010 quelle da 75 W; dal Settembre del 2011 di quelle da 60 W; dal Settembre 2012 di qualsiasi potenza.
Le lampade ad incandescenza, di innumerevoli forme, finiture ed attacchi, hanno i vantaggi di essere economiche, facili da installare, di avere una buona resa cromatica e la possibilità di essere accese e spente istantaneamente; gli svantaggi di tale lampade sono legati ad una bassa efficienza, un limitato numero di ore di vita, un notevole riscaldamento (spesso responsabile di principi di incendio) ed elevata probabilità di bruciatura del filo di tungsteno, fulminazione, dovuta a sbalzi anche contenuti della tensione di alimentazione.
Le lampade ad incandescenza hanno il valore massimo di indice di resa cromatica, tra quelle sopra descritte; diversamente da altre lampade, quelle ad incandescenza sono, inoltre, caratterizzate dall'assenza al loro interno di sostanze pericolose. La bassa efficienza delle lampade ad incandescenza è legata al basso valore del rapporto esistente tra la luminosità emessa ed energia elettrica consumata, rapporto che tende ulteriormente a diminuire con l'età della lampada.
Le lampade ad incandescenza possono essere suddivise in due grandi categorie: quelle tradizionali e quelle alogene; queste ultime, nel corso degli anni, hanno ampiamente superato i limiti delle lampade ad incandescenza tradizionali in termini di resa e di durata della vita media, passando dalle sole applicazioni commerciali, iniziali, alla diffusione nelle comuni abitazioni.
Le lampade ad incandescenza ad alogeni possono essere suddivise in quelle a bassa tensione, (6, 12, 24 V), che richiedono l'ausilio di un trasformatore, quasi sempre incorporato, e quelle ad alimentazione ordinaria (230 V); tra esse particolarmente efficaci sono le lampade IRC (Infrared Coating) in grado di massimizzare il calore prodotto per mantenere costante la temperatura del bulbo e quindi la radiazione luminosa, riducendo i consumi.
Rispetto alle lampade ad incandescenza ordinarie, quelle alogene hanno a parità di resa cromatica, una efficienza luminosa ed una durata della vita media notevolmente superiori, fino a 4 volte tanto nel caso delle IRC (4.000 ore) con efficienza luminosa pressoché costante, offrono inoltre la possibilità di regolazione del flusso luminoso.