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Le cause di degrado negli edifici rurali

Gli edifici rurali sono una bellissima testimonianza della nostra storia, ma l'abbandono e la scarsità di manutenzione possono causarne il degrado accelerato.
Pubblicato il

Edifici rurali: tipologie e caratteristiche


Le nostre campagne sono da secoli un mondo complesso e affascinante, che si riflette inevitabilmente anche sulle tradizioni costruttive locali.

La varietà e complessità degli edifici rurali è infatti molto ampia e strettamente dipendente dai metodi di coltivazione applicati, dai materiali disponibili localmente e perfino dal sistema sociale tipico delle varie zone d'Italia.

Un edificio rurale abbandonato e degradato
Nel nord e centro Italia, soprattutto in Emilia Romagna, Umbria e Toscana, zone in cui la mezzadria e l'affitto di poderi a singole famiglie di contadini era molto comune, si abitava sul proprio terreno: troviamo quindi piccolissimi aggregati formati dall'abitazione vera e propria, spesso affiancata da altri edifici di servizio come stalla, pollaio e fienile, oppure grandi casali in cui questi ambienti erano riuniti in unico edificio.
Questa tipologia, destinata generalmente a grandi famiglie allargate, era ricorrente anche tra i contadini di montagna ad esempio del Sudtirol.

Nel Meridione, dove tendeva a prevalere il latifondo e i contadini erano per lo più braccianti, troviamo invece veri e propri borghi o piccoli villaggi caratterizzati da piccole case con orto e pollaio.

Anche i materiali sono molto diversi tra loro: legno per i masi e le malghe delle zone montane; sassi e pietrame nei paesi dell'Appennino; mattoni nella pianura padana; conci squadrati di tufo in Campagna e perfino terra cruda in Sardegna o in provincia di Alessandria.


Degrado delle superfici di architettura: cause e tipologie


Ma questa immensa complessità corre un grave rischio: la massiccia emigrazione dalle campagne negli ultimi decenni, l'evoluzione della composizione famigliare e il mutare delle esigenze abitativo hanno infatti comportato il progressivo abbandono degli edifici rurali a favore degli appartamenti cittadini o di lottizzazioni con villette a schiera.


Degrado per semplice abbandono


Un edificio abbandonato muore lentamente. La manutenzione infatti costa: in un edificio che non si usa viene ovviamente ritenuta superflua e quindi trascurata.
Inoltre, spesso molte parti venivano asportate perché costose e facilmente riutilizzabili: grondaie e persiane, porte e finestre a vetri. Comincia dunque il processo di degrado: le grondaie si otturano a causa della sporcizia trasportata dal vento, i vandali spaccano i vetri delle finestre e rubano tutto quello che ha valore. La grandine, il vento, la neve e il ghiaccio spostano o rompono le tegole del tetto.

Edificio rurale parzialmente fatiscente in seguito a semplice abbandono.L'acqua a un certo punto penetra all'interno, favorendo la marcescenza delle travi in legno della copertura e dei solai: il tetto è infatti la prima porzione dell'edificio a collassare, seguito spesso dai solai di piano. La pioggia e il vento favoriscono inoltre la progressiva erosione e polverizzazione degli intonaci e dei giunti di malta delle murature: la calce aerea tipica di questi intonaci è infatti resistente e bella da guardare ma nel lungo periodo viene erosa o dilavata.

Le costruzioni in terra cruda sono invece molto sensibili all'umidità; se curate e ben tenute possono infatti durare molti secoli, ma in stato di abbandono vanno soggette a un rapido degrado.

Altissimi cespugli di rovi in un edificio rurale abbandonato
Anche la vegetazione infestante ha un ruolo determinante nella fatiscenza di un edificio abbandonato. Sui tetti, grazie ai semi trasportati dal vento, spesso cresce l'erba, che con le sue radici contribuisce a scalzare o distruggere le tegole del manto di copertura favorendo ulteriormente la penetrazione dell'acqua, mentre le piante rampicanti possono letteralmente erodere e polverizzare i giunti di malta delle murature, accelerando il possibile crollo.

Le radici degli alberi agiscono invece sulle fondamenta, generalmente molto superficiali in questa tipologia di fabbricati, sia creando sollecitazioni difficilmente sostenibili per una muratura già indebolita, sia facilitando i cedimenti del terreno, con conseguente formazione di importanti dissesti sulle pareti perimetrali dei piani superiori.

Non bisogna infine trascurare gli animali e in particolare piccioni e pipistrelli, il cui guano molto acido crea accumuli gradevoli e corrode inesorabilmente le strutture in legno o perfino alcune pietre particolarmente tenere.


Degrado per eventi calamitosi


Ma naturalmente anche un edificio abitato e perfettamente funzionante può subire un improvviso e rapido degrado soprattutto a causa di eventi calamitosi di vario tipo.

Ad esempio un incendio provoca raramente il completo crollo di un edificio in muratura, ma ovviamente lo rende completamente inagibile. Tutte le parti in legno risultano infatti carbonizzate e vanno quindi sostituite, mentre i mobili e le finiture vengono danneggiate quasi sempre in modo grave. Sono dunque pochi gli edifici antichi, anche nei centri storici delle città più importanti, che hanno mantenuto le strutture originali di solai e coperture.

Occorre ricostruire le strutture orizzontali, rimbiancare le pareti, sostituire o ripulire i pavimenti, installare nuovi infissi e ovviamente cambiare integralmente mobili e suppellettili: un intervento molto costoso, che non sempre una famiglia contadina o il proprietario della tenuta volevano (o potevano) sostenere.

Edificio rurale abbandonato con tetto completamente crollato
Anche le guerre causano gravi danni agli edifici derivanti da tre possibili cause: requisizione e occupazione da parte di soldati, battaglie vere e proprie e bombardamenti aerei.

Nel primo caso gli edifici risultano danneggiati perché occupati da un gran numero di persone che non ne hanno generalmente cura. Vengono dunque restituiti ai proprietari spesso in condizioni disastrose, con mobili e finiture rubati o danneggiati, scritte sui muri e accumuli di rottami e sporcizia un po' dovunque. Le battaglie causano invece veri e propri crolli parziali o danni diffusi derivanti ad esempio dai fori di proiettile o dalle schegge di granate.

I bombardamenti aerei, piuttosto frequenti nelle campagne del Lazio e dell'Appennino Tosco-Emiliano, provocano infine il crollo totale o parziale di tetti e murature.
In molte zone d'Italia sono ancora visibili ruderi di questo tipo.

Ma gravi danni possono essere dovuti anche ai terremoti, evento purtroppo frequente in Italia: gli edifici rurali sono anzi particolarmente vulnerabili ai danni sismici, a causa sia della loro generale semplicità costruttiva, sia per la loro posizione isolata, perché generalmente durante la costruzione si dà priorità ai centri storici e agli aggregati urbani.

I danni più ricorrenti comprendono anche in questo caso crolli totali o parziali, il fuori piombo delle pareti, l'apertura di vistose lesioni in tramezzi non portanti, volte e murature, la caduta di calcinacci e il collasso parziale delle false volte e dei controsoffitti in cannicciointonacato, tipici delle ville padronali e delle dimore più ricche.


Degrado di origine antropica


Un'ultima, e purtroppo spesso prevalente, causa di degrado è dovuta alla semplice presenza dell'uomo: è il degrado di origine antropica.

Un edifico abbandonato subisce, infatti, varie tipologie di aggressioni: per prima cosa, può diventare un comodo rifugio per sbandati e senzatetto, che generalmente danneggiano le finiture accendendo fuochi (magari con i rivestimenti in legno o i mobili presenti) e lasciando rottami o rifiuti sparsi.

I ladri accelerano notevolmente questo processo asportando, spesso in modo violento e distruttivo, ogni parte potenzialmente di valore: grondaie e pluviali in rame, infissi e porte interne, sanitari, elementi di pregio come ringhiere, grate e balaustre in ferro battuto, caminetti antichi, pavimenti in cotto o piastrelle antiche, boiserie o rivestimenti in marmo.

Anche i semplici vandali risultano altamente distruttivi, imbrattando i muri esterni con scritte di ogni genere, rompendo i vetri delle finestre e sfondando le porte.


Contrastare il degrado degli edifici rurali

Ma a tutto questo c'è un rimedio, e si chiama riuso: incentivare il recupero e la ristrutturazione degli edifici rurali è infatti il solo mezzo per salvarli dalla distruzione.

Inoltre, è un'operazione ecologica e sostenibile, perché evita il consumo di suolo richiesto dalle nuove costruzioni e reimpiega materiali e strutture già esistenti.

Piccolo edificio rurale completamente fatiscente
Può essere condotta anche in autocostruzione (e in questo caso di parla di auto recupero) e incentiva l'economia locale, sia con l'uso di materiali e manodopera del posto, sia contribuendo a creare un turismo di qualità grazie alla riconversione in case per vacanze, agriturismi o bed and breakfast.

riproduzione riservata
Degrado negli edifici rurali
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Commenti e opinioni



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Alert Commenti
  • Jovis
    Jovis
    Lunedì 5 Giugno 2017, alle ore 11:38
    Articolo molto interessante, poter recuperare vecchi casali, cascine, case di ricovero per atrezzi dei contadini che andavano alavorare nei campi. Si potrebbero restaurare per offrire soggiorno a rifugiati, o centri sociali per il recupero di ragazzi con difficoltà, approffittando di ecoincentivi statali, oppure i bonus per restaurare le case dei terremotati, per ridare nuova vita al mondo rurale.:-))
    rispondi al commento
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