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Il cohousing: un'idea innovativa che strizza l'occhio al passato

In una società fortemente individualista il cohousing è una nuova modalità per vivere in comunità, mantenendo i propri spazi privati. Vediamone vizi e virtù.
Pubblicato il / Aggiornato il

Cohousing: cosa è e come si fa?


Le parole che definiscono meglio il cohousing sono condivisione e partecipazione.

La condivisione, infatti, caratterizza fortemente questo modo di abitare: condivisione di spazi, di servizi, di risorse e di idee.

La partecipazione è alla base del cohousing sin dai primi passi nella ideazione di un progetto.
Il cohousing consiste in una sorta di modo di vivere in condominio, in cui ci sono spazi privati, corrispondenti alle singole unità abitative, e spazi di condivisione interni ed esterni, impiegati per vari usi, come laboratori, lavatrici, asili nido, orti condivisi, sale comuni per il lavoro o lo svago.


Quando e dove è nato il cohousing


Il cohousing è nato in Danimarca verso la metà del secolo scorso e ha iniziato la sua diffusione proprio nel Nord Europa, per allargarsi poi agli USA, all'Australia e al Giappone.

In Italia si sta diffondendo negli ultimi anni, con esperienze molto valide, alcune delle quali verranno descritte nel seguito.

Uno schizzo di una comunità di cohousing a Boulder, CO (Fonte: cohousing.org)
A ben guardare, l'esperienza del cohousing mi ricorda molto il modo in cui si è vissuto per secoli nelle nostre società, e come si vive purtroppo solo ancora in piccole realtà.
I nostri nonni e forse ancora i nostri genitori, vivevano in piccole comunità, organizzate attorno ad un cortile o all'interno di condomini familiari, in cui tutti si occupavano dei figli e degli anziani di tutti e la solitudine si avvertiva poco.

La nostra società, invece, è quella della grande contraddizione. Ci riempiamo la bocca con la parola condividere, ma in realtà siamo super-connessi e super-condivisi solo in rete. Ognuno vive da monade con tutto ciò che questo comporta: mamme stressare perché lavoro e famiglia si conciliano con grande difficoltà, anziani soli, aumento dei costi dei vari servizi.


I pro e i contro del vivere in cohousing


Proprio partendo da queste contraddizioni della nostra società e confrontandoli con quel poco che abbiamo detto del cohousing, possiamo facilmente comprendere quali e quanti vantaggi può avere questo nuovo modo di abitare.

Innanzitutto, ci sono i buoni rapporti di vicinato, che aiutano le persone a vivere in modo più semplificato e gli anziani a sentirsi parte di qualcosa in cui possono avere un ruolo fondamentale.

C'è poi la tranquillità di vivere in un ambiente sicuro, ottimo per chi ha dei bambini.

Ancora ci sono i vantaggi economici di dividere le spese con una microcomunità per ottenere dei servizi che diversamente costerebbero molto, tipo un asilo nido.

Se proprio vogliamo trovare dei difetti, possiamo legarli alle difficoltà che normalmente si incontrano in una qualsiasi convivenza. Prima ancora, però, di dichiarare fallito un esperimento di cohousing ce ne vuole, in quanto, la stessa gestione del gruppo viene attentamente curata grazie anche alla presenza dei cosiddetti facilitatori, esperti mediatori che aiutano nella regolazione dei conflitti.

La sostenibilità dei progetti di cohousing


Il cohousing è particolarmente votato alla sostenibilità, intesa nelle sue tre accezioni e questo sicuramente fa parte dei vantaggi che esso offre.

In primis parliamo di sostenibilità ambientale. I progetti di cohousing sono realizzati facendo ricorso a tecnologie che rispettino l'ambiente e garantiscano un certo risparmio energetico per la comunità, fino a rendere i singoli complessi autosufficienti da questo punto di vista.

Esempi di cohousing nel Nord Europa ( fonte Pinterest)
La sostenibilità economica discende direttamente dall'ottimizzazione dei costi di cui si parlava poco fa, in quanto in un cohousing vengono aggregate le necessità a cui rispondere, si possono autoprodurre dei beni, si diventa in molti casi autosufficienti rispetto alle risorse, fino alla possibilità che i laboratori condivisi offrono nel riuso e riciclo di alcuni prodotti.
Non a caso ci sono diversi enti locali che sostengono il diffondersi del cohousing, in quanto la condivisione di alcuni servizi comporta un risparmio per la loro realizzazione e gestione che incide sull'economia locale.

Infine, la sostenibilità sociale è riconoscibile nella vivibilità e nel benessere di ognuno, garantite dal vivere una vita in comunità, dove si hanno i propri spazi e la propria privacy, ma si riceve tanto dal gruppo all'interno delle aree per la condivisione.

La partecipazione


Altra caratteristica fondamentale del cohousing come si è detto è la forte partecipazione dei cohouser a tutti i processi che vanno a costituire l'esperienza.
Si parte infatti dalla partecipazione alla scelta dei servizi da inserire nel progetto, a quella attiva nella ideazione del progetto vero e proprio.

Esempio di eventi organizzati per la promozione del cohousing
Nella fase successiva c'è la definizione partecipata appunto delle regole del cohousing specifico e la scelta consapevole ed elettiva del vicinato.

I cohouser sono sempre gli attori principali in modo paritario, senza prevaricazione.
Essi si occupano direttamente della gestione e della manutenzione dei propri spazi siano essi privati o comuni. La partecipazione attiva di tutti garantisce la buona riuscita di questo tipo di esperienza.


Alcune esperienze di cohousing in Italia


In Italia il cohousing si sta diffondendo anche grazie alla divulgazione dovuta a varie associazioni, tra cui la Rete Nazionale Cohousing. Molte sono le esperienze positive di coabitazione.

A Ferrara, ad esempio, è stato realizzato il Cohousing San Giorgio, il cui progetto è stato commissionato allo studio Rizoma Architetture da una cooperativa molto attiva.

Il fabbricato è stato realizzato con pannelli in X-Lam ed è a tutti gli effetti una casa in classe A+, con pannelli fotovoltaici e nessuna connessione alla rete gas. Le acque reflue, inoltre, vengono recuperate e gestite in situ, senza bisogno di allacciamento alla rete fognaria.

Gli spazi del cohousing San Giorgio
Un'altra esperienza molto significativa è Cohousing Numero Zero, realizzata a Torino, in un ambiente totalmente urbano, una sfida che ha riguardato la riqualificazione di un contenitore esistente sempre con metodi e tecnologie sostenibili. Anche in questo caso c'è stata una grande partecipazione della cooperativa, in cui ogni singolo componente ha potuto esprimere il proprio parere sui costi e sulle regole condivise.
Il progetto del Cohousing Numero Zero
Infine, a Vimercate sorge La Corte dei Girasoli, dove la fanno da padroni “dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato”. Le singole unità abitative hanno un affaccio condiviso, in quanto danno sul verde centrale. Molti sono, inoltre, gli spazi di socialità e condivisione: dalla più pratica lavanderia a un locale dedicato allo sport e al gioco, alla sala comune, che costituisce il vero spazio di accoglienza per chi vive e arriva qui.

Infine, uno spazio molto interessante è la serra bioclimatica, posta all'ultimo piano e destinata a studio, coworking, per chi lavora da casa.

Attività negli spazi comuni della Corte dei Girasoli
In molti casi si tratta, inoltre, di realtà che non sono chiuse in sè stesse, ma che si aprono all'esterno mediante l'organizzazione di eventi che promuovono in alcuni casi la vita che si vive nel cohousing e richiamano visitatori dall'esterno, come parte attiva e linfa rivitalizzante per l'intera esperienza.

riproduzione riservata
Cohousing: un nuovo modo di abitare
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