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I capolavori del design industriale italiano

Hanno fatto la storia del design industriale. Oggi sono esposti nei Musei d'Arte Contemporanea: sono i capolavori firmati dalle matite più prestigiose d'Italia.
Pubblicato il / Aggiornato il

Design che passione!


Spremiagrumi di AlessiCi sono cose che non hanno una fine. Anche quando il corpo fisico si consuma, l'energia resta inalterata e si diffonde trasversalmente.

È il potere creativo dell'arte, il cui straordinario impatto si sprigiona solitamente come un'eruzione e poi tenue, s'irradia tutto intorno, permeando spazio e tempo.

È questa la storia delle grandi idee, dei grandi progetti che hanno dato vita agli oggetti più belli del design italiano.

Sono tanti, dei veri e propri capolavori che hanno ispirato lo sviluppo di realizzazioni successive anche in campi d'applicazione differenti.


Design per scandire il tempo


Timor di DaneseUn nome rubato al latino è l'omaggio che Enzo Mari ha fatto allo scorrere del tempo.
Timor è un calendario perpetuo realizzato dal designer nel 1967 per Danese.
Segna il flusso dei minuti, delle ore, dei giorni.

Ma quello che rintocca non è il tempo materiale, cronologico, bensì l'insieme dei frammenti di un tempo storico, epocale, dell'anima. Il calendario è realizzato in ABS bianco o nero, con PVC litografato in diverse lingue.

Timor è un oggetto studiato per perpetuare quello che per Enzo Mari è il segreto del design: il progetto puro, libero dalla logica del guadagno ma ricco di un ingrediente fondamentale, l'arte.

E poiché l'arte si nutre di sogni, è da questi che il designer non deve mai allontanarsi.
Mari questo concetto lo chiama etica del design.
E lo considera motore della fantasia e antidoto per i condizionamenti imposti dal mercato.



Le lampade: capolavori del design industriale


Eclisse di Artemide
Le rotaie del tram sono design
. Parole di Ludovico Magistretti, designer e architetto che per la sua Milano nutre una grande ammirazione.

Ed è per l'azienda milanese Artemide che Magistretti firma uno degli oggetti-simbolo del design industriale italiano, la lampada Eclisse, nel 1967.

La struttura è realizzata in metallo verniciato nei colori bianco, rosso/arancio o grigio silver.

Si tratta di un oggetto ispirato alle lanterne cieche dei minatori come sottolineò lo stesso Magistretti che ebbe l'idea nel '63 mentre era in metropolitana a Milano, pensando alla lanterna di Jean Valjean dei Miserabili di Hugo.

Da un lampo di genio e uno schizzo veloce sul retro del biglietto è nata Eclisse.

La lampada si compone di tre semifere: la base, la calotta esterna fissa e la calotta interna mobile.
Quest'ultima, con la rotazione manuale permette la regolazione del flusso luminoso che rievoca proprio quello di un'eclisse di luna.

Un complemento di una semplicità abbagliante, pulito e funzionale, caratteristiche grazie alle quali ha vinto nello stesso anno di nascita il Compasso d'Oro, prestigioso riconoscimento che l'Associazione per il design industriale assegna a oggetti di particolare importanza.

Altro capolavoro frutto di due grandi menti creative, ha già superato la cinquantina ma i suoi anni li porta divinamente: parliamo di Arco la lampada disegnata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1962 per Flos
Questo è senz'altro un'oggetto d'arredo che ha fatto scuola, ispirando successive realizzazioni che cambiando grandezza, materiali e apportando lievi modifiche alla forma, di Arco mantengono intatto il concept.

lampada Arco di Flos
Arco è stata concepita in grande: disponibile solo nella versione da terra, è alta 232 cm e larga 220; la struttura sottile e leggera si incurva dolcemente fino a disegnare un movimento sinuoso; la base è realizzata in marmo di Carrara; lo stelo telescopico è in acciaio inossidabile satinato mentre il riflettore orientabile e regolabile in altezza è in alluminio stampato, lucidato e zapponato.

Superbo e intramontabile è il disegno dalle forme pulite di Falkland, la lampada sospesa, firmata Bruno Munari per Danese Milano nell'ormai lontano 1964.
Il diffusore è in maglia elastica tubolare bianca; struttura in alluminio naturale.

lampada Falkland di Bruno Munari, per Danese
La sua forma nasce dalla tensione di un tubo di filanca e dal peso di sette anelli metallici di diametro differente. Essa risulta quindi sinuosa e spontanea perché generata solo dalla tensione delle forze interne che la tengono insieme.

Questa lampada nasce dalla commistione di oggetti lontanissimi tra loro, come le nasse da pesca, le calze da donna e le lampade di carta orientali.Munari si distingue nel mondo del design per l'essenzialitàe la linearità dei suoi oggetti d'arredo a cui si aggiunge, nel caso specifico, la praticità di stoccaggio e spedizione per una lampada che pur essendo alta più di un metro e settanta, è ripiegabile su se stessa in pochi centimetri e facile da montare.


Una caffettiera che è diventata simbolo del design industriale


disegno di Conica di Alessi Disegnata da Aldo Rossi, agli inizi degli anni '80, per il noto marchio Alessi la Conica è una caffettiera che nasce come evoluzione di Tea&Coffee Piazza, un progetto che aveva visto importanti creativi impegnati nella realizzazione di un servizio per caffè e tè.

Con la sua immagine fortemente evocativa, Conica diventa subito il simbolo iconografico di Officina Alessi.

L'azienda, a carattere familiare, fu fondata nel 1921 come laboratorio metallurgico e fonderia.

Si è affermata a livello internazionale grazie a una misurata commistione tra innovazione e tradizione, pensando al design come un evento inclusivo e non esclusivo.

Questo tipo di atteggiamento implica il cercare di arrivare a un pubblico tendenzialmente vasto, pur senza rinunciare all'idea di scendere in campo sempre con il miglior progetto possibile!


Capolavoro del design industriale: il pouf


Disegnata da Gatti, Paolini e Teodoro per Zanotta nel lontano 1968, Sacco è secondo alcuni un pouf, a giudizio di altri una poltrona anatomica, la cui ergonomia è mutevole e si definisce in base alle fattezze di chi momentaneamente la abita.

Sacco di Zanotta Diesign

In effetti si tratta di un Involucro contenente palline di polistirolo espanso ad alta resistenza.
Il rivestimento può essere in tela, pelle, ecopelle o tecno (per esterni).
La versione in tela è sfoderabile.
Fu selezionata al Compasso d'oro del 1970 e vinse il Premio Bio 5 Ljubljana nel 1973.
Esposta in decine di Musei d'Arte Contemporanea, tra cui il MOMA di New York.

riproduzione riservata
Capolavori del design industriale italiano
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