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In molti palazzi residenziali signorili i percorsi e le aree di sosta interne condominiali presentano, a pavimento, affascinanti composizioni in marmette di graniglia.
Motivi ornamentali e fasce decorative un po' usurate dal tempo non ne sminuiscono il fascino.
Forse è proprio la loro preziosità un po' decadente a trasmettere a ogni passo la sensazione di essere a contatto con un materiale antico, che di storia ne sa decisamente qualcosa.
Nate alla fine dell'800, in concomitanza con l'avanzata del cemento nell'edilizia comune, le marmette custodiscono in realtà una sapienza costruttiva avviata già con il pavimento veneziano gettato e lavorato in opera (il terrazzo), elastico e in grado di integrarsi perfettamente con le strutture verticali e orizzontali degli antichi palazzi.
Se di questo mantengono l'aspetto formale, ne rappresentano però, per forme e dimensioni, un'interessante evoluzione. Il classico formato 20x20 cm può infatti rappresentare una valida alternativa a un pavimento di produzione industriale, quando si vogliano preservare l'autenticità e il carattere peculiare di un edificio che abbia più di un secolo di vita.
Prodotto di riciclo ante litteram (perché composte da schegge derivate dalla frantumazione di marmi di origine diversa) le marmette sono anche, almeno parzialmente, ecocompatibili e dunque un vintage di tendenza.
In un intervento recente che ho seguito come progettista e Direttore dei Lavori, ho fatto provvedere alla sostituzione, nell'androne di un condominio nel centro di Roma, del preesistente pavimento in marmo Trani, con un tappeto in marmette.
La scelta è stata guidata dalla presenza dello stesso materiale ai piani degli appartamenti e dal desiderio della Committenza di rendere lo spazio formalmente più continuo.
La posa è avvenuta a collante su massetto ben livellato e asciutto, esente da polvere e incrostazioni, previa attenta valutazione di eventuale presenza di umidità.
Distanziate circa di 1 mm una dall'altra le marmette sono state battute e livellate durante le posa e successivamente lasciate riposare per qualche giorno prima di procedere con le necessarie operazioni di finitura: boiaccatura, stuccatura, levigatura e lucidatura.
In commercio esistono anche marmette prelucidate, pronte per la posa; nel caso in esame ho preferito fare uso di elementi opachi non finiti.
La scelta è stata guidata dalla necessità di sostituire alcuni elementi degradati ai vari piani dell'edificio nei quali le condizioni della pavimentazione, macchiata e discontinua a tratti, richiedevano comunque una successiva finitura superficiale.
Come prodotto artigianale le marmette risultano sensibili agli aspetti igrometrici e possono manifestare, anche in momenti successivi, la formazione di muffe, affioramenti e depositi superficiali, oltre che variazioni cromatiche.
È bene che la posa in opera avvenga in ambienti non soggetti a forte umidità.
Un pavimento in marmette deve essere pulito con detergenti neutri e può essere trattato con prodotti antimacchia e protettivi, a patto di preservarne l'intrinseca vita e la capacità di adattarsi, lievemente e lentamente, alle diverse condizioni dell'ambiente in cui è inserito.
Oltre a una vasta gamma di tinte unite si possono infine scegliere elementi decorativi isolati o da comporre, oltre che fasce con motivi ereditati da un campionario classico, come catene e intrecci.
Di seguito riporto due riferimenti per la fornitura di marmette: la marchigiana Grandinetti e la modenese MIPA.
La prima è un'azienda che nasce a San Severino marche, nei primi del '900, in un territorio ricco di materie prime perfette proprio per la produzione di marmette.
Nel corso degli anni, ha scelto di impostare il proprio brand sulla qualità artigianale del prodotto, facendo attenzione ai materiali adoperati, alla cura del particolare, alla scelta dell'eleganza che da sempre alberga nel classico intramontabile.
La MIPA realizza i suoi pavimenti in graniglia interamente in Italia, utilizzando materie prime naturali e al contempo lavorazioni ecocompatibili, dando origine a piastrelle che uniscono il lavoro artigianale con prestazioni tecnologiche. I prodotti di MIPA sono indicati per pavimentazioni da effettuare ex novo ma anche a integrazione di situazioni preesistenti, realizzando vere e proprie operazioni di restauro.
Con M+A+P Design Studio, Laura Renna e Studio Charlie, l'azienda ha messo a punto una linea chiamata Contemporaneo, con un forte richiamo alle ultime tendenze, garantendo persino a un pubblico più attento ai dettami del design d'avanguardia di poter scegliere, per la propria abitazione, una soluzione in marmette di graniglia.
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