Siamo abituati a pensare all'arredamento in molti modi e con molti codici estetici, legati al fatto che il design, le tecnologie ed i materiali moderni ci hanno messo a disposizione una moltitudine di possibilità di scelta, nelle quali spesso ci si può perdere tanti sono gli elementi, i fattori, le sollecitazioni visive e tattili, gli effetti stilistici che si vogliono ottenere.
Ci sono pezzi di arredo che sono indispensabili perché hanno una funzione irrinunciabile: i pensili in cucina, ad esempio, così come gli armadi e le cassettiere nelle camere da letto, e altrettanto si può dire per le sedute, poltrone e divani, nel Soggiorno, senza contare gli irrinunciabili tavoli, di qualunque foggia e colore, materiale e finitura, dei quali non possiamo fare a meno per mangiare, o studiare, o per sbrigare diverse attività casalinghe.
Esaurita la quota di arredi necessari ed indispensabili, nella quantità e nelle forme e stili che più ci piacciono e che soddisfano anche le nostre tasche, il resto della personalizzazione della casa passa attraverso la scelta di alcuni elementi non utili o necessari, ma complementari alla nostra idea di casa, e per questo scenografici. A volte è piacevole e divertente sceglierli e comprarli, così come a volte può essere altrettanto divertente addirittura costruirseli, però una delle opzioni a cui non si può rinunciare è il riutilizzo di oggetti non più impiegati, in casa propria o di amici e parenti.
Riutilizzare macchine da cucire e tavoli da disegno
Di particolare effetto, per il richiamo ad un'epoca dove la tecnologia era agli albori e conviveva con sistemi di funzionamento semplici e non legati all'uso di energia elettrica, sono, ad esempio, diversi modelli di vecchie macchine da cucire del secolo scorso. Particolarmente intrigante è, certamente, la qualità artigianale della fattura di certi esemplari, relativamente al corpo-macchina in ferro o in ghisa, con linee semplici e solide. Diversi modelli degli inizi del secolo scorso sono realizzati come un unico elemento con mobile integrato, che faceva da piano di appoggio per la movimentazione e la lavorazione dei tessuti, e con cassetti e vani porta oggetti, nella parte inferiore, dove ospitare tutto il necessario per determinate attività.
È anche interessante notare il semplice sistema tecnologico che alimentava tali apparecchi, una pedaliera, nella parte inferiore, collegata alla macchina da un sistema ad argano con carrucole che traduceva il movimento dei piedi in energia e lo trasmetteva alla macchina nella parte superiore: assolutamente eco-friendly!
Sottoposta ad una semplice pulitura, una macchina del genere può fare bella mostra di sè in diverse aree comuni di una abitazione, senza contare che il ripiano superiore, che alla bisogna si richiude dopo aver nascosto la macchina con un meccanismo a scomparsa, funziona da piano di appoggio per piccoli complementi d'arredo, quali vasi e portafotografie.
Altro elemento utilizzabile, in maniera differente sia per le dimensioni dell'elemento stesso sia per lo spazio di cui necessita, può essere un tavolo da disegno con tecnigrafo. Per chi non l'avesse mai visto, è il classico strumento del tecnico (architetto, ingegnere, geometra etc.) che si usava prima che l'avvento dei PC e dei programmi di disegno CAD modificasse del tutto le abitudini professionali. Parliamo, in genere, di oggetti le cui dimensioni standard (nel senso del modello più diffuso) erano di 100x170 cm, per quanto riguarda il piano di disegno, montati su un sistema di appoggio dotato di meccanismi a molle per abbassare, alzare e modificare a piacimento l'inclinazione del piano di lavoro stesso.
Il tocco finale per questa dotazione tecnica, un tempo indispensabile, era rappresentato, appunto, dal tecnigrafo, meccanismo di disegno movibile, dotato di due squadrette a 90° l'una rispetto all'altra e della possibilità di spostarle e ruotarle secondo le necessità del disegno. Diventati desueti ormai da un decennio buono, e a volte utilizzati solo come supporti per i grafici da verificare o esporre, possono essere utilizzati come interessanti e provocatori arredi in alcuni grandi soggiorni con ampio spazio a disposizione e magari arredati con gusto particolare.
La vista dei meccanismi del tavolo da disegno e, della loro essenziale natura meccanico-ingegneristica, e la purezza di un enorme tavolo bianco possono essere utilizzati in vario modo: innanzitutto, mettendo in evidenza una bella stampa o un poster, oppure proprio un disegno di architettura o di ingegneria, realizzando una vera e propria citazione della sua funzione originale. L'effetto sarebbe ancora più insolito se si utilizzasse, come mezzo di fissaggio della stampa o del disegno esposti, proprio il classico scotch-carta in uso negli studi tecnici di un tempo.
Altro utilizzo, anch'esso temporaneo e modificabile, è quello di superficie di appoggio o di esposizione: chi ama avere spazi mutevoli in alcune zone della casa, una volta messo in orizzontale il piano di disegno, potrebbe esporvi oggetti di creazione personale, o tutte le foto di famiglia, magari giocando volta per volta con l'altezza del piano stesso. Anche senza esporvi nulla, un modo di rendere sempre diversa la percezione dello spazio e dell'arredo si potrebbe ottenere semplicemente modificando posizione ed inclinazione delle squadrette ogni giorno. Per il resto, un po' di fantasia e voglia di giocare possono proporre tante altre possibilità di impiego.